La digitalizzazione al servizio dell’arte

La Storica dell’arte Roberta Presenza, in occasione della 22esima edizione del Festival della Scienza Ad/ventura e dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, ha realizzato un video-racconto che narra di Dante e Gabriele Rossetti, due destini intrecciati attraverso l’arte e la letteratura. Nel racconto emerge irresistibile la figura di Beatrice Portinari, a cui Elizabeth Siddall dà il volto in un dipinto, la Beata Beatrix, passato alla storia come il più famoso dell’artista preraffaellita Dante Gabriel Rossetti.

Abbiamo colto l’occasione per rivolgerle alcune domande.

 

Come è nata la passione per l’arte?

 

Ho frequentato il liceo artistico qui a Vasto, dove mi insegnava una professoressa che mi ha fatto appassionare all’arte. Ho deciso di continuare questo percorso e mi sono laureata in “Conservazione dei beni culturali” a Ravenna. Dopo la laurea ho deciso di tornare a Vasto dove ho iniziato a lavorare come stagista presso l’assessorato alla cultura. Da lì ho compreso che avrei dovuto divulgare le mie conoscenze attraverso strumenti come la scrittura e l’organizzazione di piccoli eventi.

 

Nel video dedicato al dipinto di Beata Beatrix tratta  le figure dell’autore Dante Gabriel e del padre Gabriele Rossetti. Cosa può fare la città, sia a livello amministrativo che sociale, per far conoscere meglio questi personaggi importantissimi per la cultura vastese?

 

A Vasto vi è il Centro Europeo di Studi Rossettiani che approfondisce la natura e gli aspetti letterari di Gabriele Rossetti. Si potrebbe insistere anche su un’analisi completa del figlio Dante Gabriel, magari attraverso mostre, come quella realizzata nel 2008 presso Palazzo D’Avalos. Allestirne di nuove, con opere provenienti da ambienti esterni a quello vastese e diffondere informazioni sulla sua figura, sicuramente meno considerata del padre, può permettere una conoscenza più ricca da un punto di vista storico-artistico. Ciò non riguarda soltanto Dante Gabriel, ma anche il patrimonio artistico locale. La città infatti è ricca di opere che necessitano di una catalogazione. Solo dopo aver fatto ciò si potranno predisporre ulteriori mostre presso le sedi adeguate, dove il cittadino avrà la possibilità di conoscere opere ad oggi perdute o abbandonate.

 

Come può l’arte muoversi in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia e dalla ricerca scientifica?

 

Ti posso parlare di un progetto che sto seguendo da ormai un anno sulla digitalizzazione del patrimonio artistico. Ciò viene svolto attraverso l’ausilio dei droni. Con l’inizio della pandemia il progetto è diventato sempre più concreto. Come ben sai non si è potuto più viaggiare e i musei sono stati chiusi. Mi sono quindi posta la domanda: come possiamo conoscere il patrimonio artistico nazionale e internazionale se ora non c’è la possibilità di compiere viaggi? A malincuore manca una digitalizzazione completa di tutte le opere a livello mondiale. Un primo passo è stato compiuto da Google Art nell’ambito pittorico. Sui monumenti come chiese e fontane ciò non ancora avviene. Il progetto è partito dalla digitalizzazione della statua di Gabriele Rossetti nell’omonima piazza e stampata successivamente in 3D. L’obiettivo è unire le nuove tecnologie all’arte non solo per quanto concerne la conoscenza e la diffusione delle opere ma anche per facilitare il restauro di esse.

 Federico Di Lello