La spiritualità scolpita – “Vasto in versi”

Voglio scrivere di un’ esperienza  particolare che ho vissuto in prima persona. Sono uno studente del Polo liceale “R. Mattioli” di Vasto, e ho avuto la  possibilità, nell’ambito del Festival della Scienza, appuntamento ormai ventennale del nostro istituto, di prendere parte al progetto nazionale promosso dal MiBACT  “Piazza Dante”, per celebrare la commemorazione dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Ho selezionato e recitato alcuni versi tratti dal XXX III canto del Paradiso della Divina Commedia,  opera  che  da sempre attrae le attenzioni degli esperti e meno esperti, per la sua bellezza e per il profondo significato.

Il luogo  scelto per questa esperienza è stata la Chiesetta dell’Annunziata a Porta Nuova, zona dell’antica  Vasto. Nonostante mi sia capitato più volte di passare  da quelle parti , non sapevo dell’esistenza di questo luogo e  ciò mi ha incuriosito molto, dato che sono particolarmente legato a Vasto e mi piace scoprirne ogni angolo. Si hanno notizie certe dell’esistenza della Chiesa già dal 1520.

Oggi  la piccola struttura  ha un unico altare ed è impreziosita da opere artistiche di valore, come la tela dell’Annunziata, le sculture lignee dell’Angelo Gabriele e della Madonna (scuola veneziana del XVIII sec.)  particolarmente eleganti,  quasi dinamiche nel  drappeggio mosso dell’azione:  una giovane donna che stupita allarga le braccia e accoglie il mistero dell’Annunciazione. In questo dialogo “muto”, irrealmente spirituale, si inseriscono i versi tra i più celebri  della letteratura di tutti tempi: “Vergine  Madre, figli del tuo figlio…”. Maria diventa il supremo tramite tra il terreno e l’ultraterreno, tra il profondamente umano e la tensione al trascendente. I versi di Dante hanno contribuito, così, a dare fascino a questi luoghi, a valorizzarli e a farli conoscere, grazie anche alla disponibilità  di don Gianfranco Travaglini.  In sintesi, un’esperienza piacevole e significativa che unisce la piccola storia del territorio alla grande storia culturale italiana.

 

di Massimiliano Polilli