Omosessualità: nel mondo antico e oggi

 

Il termine ‘omosessualità’ nasce circa nel 1800. Prima di questa data non esisteva una vera e propria opposizione tra eterosessualità e omosessualità infatti nel mondo antico era normale per un uomo desiderare sia una donna che un uomo, la parte discriminante stava nel ruolo dell’uomo durante il rapporto sessuale. 

Alcune delle prime ‘prove’ di relazioni omosessuali che si hanno risalgono all’antico Egitto: probabilmente molti hanno sentito parlare del faraone Pepi II che sembra aver avuto una duratura relazione con uno dei suoi generali. Nell’Egitto sono indicate anche delle unioni omosessuali o transessuali tra gli dei. 

La distinzione tra eterosessualità e omosessualità era totalmente sconosciuta nell’antica Grecia dove i cittadini vivevano una vita totalmente bisessuale, con preferenze personali. Anche le divinità greche erano spesso omosessuali o bisessuali: Zeus è innamorato di Ganimede, Apollo è invaghito del principe Giacinto, tutti conoscono l’amore tra Achille e Patroclo (considerati cugini e compagni d’armi) e nell’isola di Lesbo la poetessa Saffo canta l’amore per la donna amata.

I Romani erano bisessuali senza scrupoli, alcune pratiche venivano considerate in contrasto con gli usi sociali ma non c’era l’ideale dell’omosessualità che si ha ora. Il cittadino romano aveva il dovere di essere sempre prepotente e sessualmente attivo. Ciò che era visto come un problema da questo punto di vista per un cittadino romano era quello di subire passivamente il rapporto sessuale. Il poeta latino Catullo ha scritto nei suoi Liber molte poesie dedicate al quattordicenne Juventius-Giovenzio di cui era evidentemente innamoratissimo, Giulio Cesare è soprannominato “il marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti”, limperatore Nerone prende pubblicamente uno dei suoi schiavi adolescenti come proprio coniuge. 

Cosa è cambiato poi? Perché oggi l’omosessualità viene discriminata? 

Dalla metà del XX secolo, l’omosessualità è stata gradualmente disconosciuta come crimine o malattia e decriminalizzata in quasi tutte le nazioni sviluppate e viene depennata dalla International Statistical Classification of Diseases,Injuries and Causes of Death a maggio 1990. Tuttavia, lo status legale delle relazioni omosessuali varia da uno Stato all’altro, in alcuni sono considerate crimini e vengono punite con pene severe, tra cui la morte

Sin dagli anni sessanta, molte persone LGBTQ+ in Occidente hanno sviluppato una cosiddetta cultura gay, per molti essa viene semplificata dal movimento del gay pride, che provvede a parate annuali e all’esposizione di bandiere arcobaleno. Nonostante ciò, molte persone LGBTQ+ decidono di non partecipare alla cultura queer e molti ne declinano l’importanza o l’efficacia e per alcuni sembra essere uno scenario frivolo. Per altri, la cultura gay rappresenta una forma di eterofobia ed è sdegnata perché causa di un allargamento del divario tra le persone gay e non-gay.

Alcuni conservatori credono che le relazioni con persone diverse da quelle del sesso opposto siano erosive nei confronti della famiglia tradizionale e che i bambini dovrebbero crescere in una casa che abbia un padre e una madre. I diritti gay vengono spesso attaccati da parte di persone che fanno appello alla libertà di esprimere la propria religione contraria all’omosessualità, anche nei posti di lavoro, nelle chiese ed altre organizzazioni religiose in accordo con un unico punto di vista religioso. 

Molte persone, tra cui vari ragazzi, nascondono i propri sentimenti per paura di un rifiuto da parte di famiglia, amici e conoscenti e spesso soffrono di bullismo ingiustificato, molti hanno addirittura messo fine alla propria vita a causa delle discriminazioni. 

Nell’antichità l’omosessualità era accettata quindi sorge spontanea una domanda: abbiamo davvero la mente più aperta rispetto ai nostri antenati? 

 

Aurora Galli