Arte e cultura in crisi nel 2020? Forse non è così!

IL SETTORE DELLA CULTURA E DELL’ARTE HA SUBITO GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA, MA, NONOSTANTE CIÒ, ATTRAVERSO IL DIGITALE E NUOVE FORME DI COOPERAZIONE, È STATO RIQUALIFICATO E RIVALUTATO

Il 2020 è stato un anno complicato per tutti i settori lavorativi a causa della pandemia. Anche il settore dell’arte e della cultura ne ha risentito. Musei, cinema, teatri, mostre, gallerie d’arte e siti archeologici sono stati costretti a chiudere, perché non indispensabili e luoghi di assembramento. Nonostante ciò abbia presentato molti problemi dal punto di vista economico, organizzativo e folcloristico, lo sviluppo di sistemi digitali è diventato un’occasione per rinnovare i sistemi di esposizione per una futura riapertura prevista per questo 2021, anche se non si sa precisamente in quale data.

Come scritto da Cristina Masturzo, docente al Master Accademico in Contemporary Art Markets della Nuova Accademia di Belle Arti: “…Se la pandemia ha stravolto il sistema e ne ha alterato equilibri e strutture, quest’anno potrà essere ricordato anche per le capacità di reazione e gli slanci innovativi che il settore ha saputo mettere in campo, online e offline, così come per l’impatto di riflessioni e azioni plurali, collettive e condivise.”

Con il calo di oltre il 70% dei visitatori durante il 2020, molti musei, come quello Egizio di Torino, sono ricorsi all’utilizzo di piattaforme digitali e siti web, dove i gestori hanno pubblicato intere visite guidate per mostre, siti archeologici… Ciò ha, comunque, permesso agli appassionati d’arte di ammirare le opere, ma ha, anche, comportato un enorme perdita di denaro da parte dei musei e gallerie d’arte. Il Museo Egizio di Torino quest’anno ha contato solamente 241.139 visitatori, ma ha avuto un aumento dell’attività online pari a circa 568 mila nuovi utenti sul sito e una ricca crescita sui social, in particolare su Instagram e Youtube. Sono molti i musei che, durante la pandemia, si sono prefissati come obiettivo quello di creare sempre più iniziative, anche online, per avvicinare il pubblico al museo e per rendere disponibili attività didattiche che possano offrire ricche e varie esperienze culturali su tutti i canali social, come, ad esempio, il Museo del Novecento a Milano, le Gallerie degli Uffizi a Firenze e il MAXXI a Roma. 

Come precedentemente detto, anche i settori cinematografici, teatrali e musicali sono stati influenzati dalla pandemia e anche questi si sono affidati al digitale. Molti dei film usciti quest’anno sono apparsi in prima visione non al cinema, ma su piattaforme e in streaming. Inoltre, alcune orchestre sono state organizzate in modo da esibirsi da casa attraverso videochiamate e riprese, come quella del Teatro alla Scala di Milano. 

Il periodo di lockdown, inoltre, ha permesso a molti piccoli artisti di trovare metodi alternativi per esporre la propria arte. È il caso di Banksy, artista inglese dedito alla street art che, durante il lockdown, costretto come tutti a rimanere a casa, è riuscito a ottenere in due ore oltre un milione di likes su Instagram, per aver pubblicato un’opera che paragona un uomo che impazzisce in casa ad un topo in gabbia.

L’opera postata da Banksy, intitolata “My wife hates it when I work from home” (“Mia moglie mi odia quando lavoro da casa”), rappresenta il bagno di una casa messo a soqquadro da nove topini, uno dei quali segna con un rossetto sulla parete il numero dei giorni trascorsi come in una prigione. Tutto è fuori posto e sembra quasi che Banksy non potendo scappare, bloccato a casa a causa della pandemia, riesca a fuggire dalla quotidianità tramite la sua arte.

Molti altri artisti, durante il lockdown, sono evasi dalla situazione attraverso l’arte. E con “artisti” non si intende solo chi dipinge, ma tutti coloro che riescono a esprimere il loro lato creativo, come cantanti, attori, ballerini… Per dare voce agli artisti e creare una memoria di questo momento storico, molti hanno iniziato a realizzare podcast, anche detti “Diari d’artista”, che hanno permesso ad alcuni di acquisire una certa fama, anche attraverso i social.

Quindi si può dire che, in campo artistico come in molti altri settori, ad esempio nella scuola e nel lavoro, le tecnologie, acquisite durante il 2020, sono state molto utili e lo saranno anche in futuro.

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