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L’Istituto Omnicomprensivo “A. Giordano” di Venafro celebra le vittime della Shoah 

L’Istituto Omnicomprensivo “A. Giordano” di Venafro, in occasione della settantaseiesima “Giornata della memoria”,  che,  per effetto di una risoluzione adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni  Unite, si celebra il giorno 27 gennaio di ogni anno, data dell’abbattimento  dei cancelli di Auschwitz, ha chiamato a raccolta l’intera comunità scolastica, studentesse e studenti, docenti e soggetti del territorio, sollecitando il ricordo del genocidio degli Ebrei come segno di civiltà e condizione ineludibile per un futuro migliore, affinché tragedie di tali dimensioni non abbiano mai più a ripetersi.

Il 27 gennaio 1945, la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta  ad opera dell’Armata Rossa, insieme alle tragiche testimonianze dei  pochi sopravvissuti, rese palese al mondo intero l’orrore del genocidio nazista e l’Istituto, in memoria di tale ricorrenza, mostrando, ancora una volta grande sensibilità ed attenzione su temi di elevata rilevanza morale ed etica, ha organizzato, il 30 gennaio 2021, nell’ambito delle assemblee degli studenti, a partire dalle ore 10:00, un interessante incontro di riflessione e condivisione.

I ragazzi delle classi prime, seconde e terze hanno svolto un’attenta riflessione, sollecitata dalla visione del video “Per non dimenticare”, realizzato dalle classi 3B e 5AB del Liceo scientifico, e prodotto con il contributo sapiente ed essenziale dei docenti Marco Fusco, Leda Ruggiero e Carmelina Cimino.

Gli studenti e le studentesse delle classi quarte e quinte, invece, con i loro insegnanti, hanno incontrato in videoconferenza il prof. Giovanni Cerchia, storico e docente presso l’Università degli Studi del Molise, che ha tenuto una coinvolgente relazione sul tema “Il ‘900, il secolo delle stragi e delle liberazioni”. 

L’incontro ha avuto inizio con il saluto ai presenti del Dirigente scolastico, Prof.ssa Carmela Concilio, che ha ribadito il dovere e la necessità da parte di ciascuno di ricordare quei tragici accadimenti. Molto apprezzato è stato anche il vivace contributo fornito dagli studenti, che hanno proposto quesiti e sostenuto interventi sulle tematiche oggetto di dibattito.

La giornata si è conclusa con una riflessione tratta dal romanzo “La banalità del male” di Hannah Arendt, che nel lontano 1961 aveva seguito tutte le udienze del processo Eichmann, famigerato criminale nazista condannato a morte per impiccagione, analizzando i modi in cui la facoltà di pensare può evitare le azioni malvagie. Dunque, si è sottolineato come la banalità del male evidenzia il nesso tra la facoltà di pensare, la capacità di distinguere tra giusto e sbagliato, tra bene e male, la facoltà di giudizio, e le loro implicazioni morali.

L’interrogativo che ne discende ruota intorno a una domanda: com’è stato possibile che un uomo comune, caratterizzato da una grande superficialità e mediocrità abbia potuto commettere un male tanto grande, organizzando la deportazione di milioni di ebrei nei campi di concentramento?

La risposta che ne è conseguita è che quell’uomo non era stupido, ma solo incapace di pensare.

Candida Izzi