Meteo e nuovi Media: dal caos al cosmos 

Dal caos al cosmos e ritorno. Se parliamo di caos sicuramente sappiamo immediatamente di cosa possa trattarsi. Se parliamo di cosmos (o kosmos) possiamo avere dubbi. E’ ormai assodato che questa parola di origine greca, kosmos appunto, equivalga a Universo. Ma il significato originale era: ordine! E noi cercheremo di fare un po’ di ordine almeno per quel che riguarda il nostro lavoro. 

I fenomeni meteorologici rivestono spesso un ruolo condizionante nella vita di tutti i giorni ed i cittadini hanno il diritto fondamentale di conoscere e di essere correttamente informati. Ma il limite tra l’informare e comunicare “male” è divenuto molto sottile (caos). La meteorologia rappresenta certamente uno specifico segmento della comunicazione, se non altro per la centralità riscontrata nel pubblico sia come spettatori della televisione si come fruitori di internet. Un aspetto spesso trascurato riguarda la necessità di sottolineare che la meteorologia è sì una scienza ma che non tutto deve essere preso in maniera meccanicistica e automatica (cosmos). Il fatto che tutto possa essere previsto e si possa farlo in qualsiasi punto del globo anche a più e più giorni crea molte aspettative nell’utente, in modo particolare attraverso siti internet ed applicazioni, e rappresenta un elemento di debolezza nel processo comunicativo di una scienza così importante (caos).

Abbiamo ormai lasciato il tempo dell’appuntamento serale delle famiglie davanti alla TV e siamo passati ad una trasformazione radicale del panorama mediatico (caos). L’impatto sul pubblico di queste comunicazioni ci fa capire la differenza tra informare, da un lato, e percepire l’informazione, dall’altro (caos). In migliaia di siti internet troviamo un esasperato frazionamento delle previsioni o previsioni che danno un’informazione sbagliata, portate inutilmente anche fino a trenta giorni. Il meteorologo deve calarsi in un ambiente nel quale valgono le regole della comunicazione e dell’informazione, diverse secondo i canali.  Ci sarà allora una grande platea costituita dalla popolazione che in estate aspetta di andare al mare per il fine settimana e vuole un certo tipo di informazione, ma ci saranno altri bisogni più specifici, come quelli ad esempio dell’agricoltore, che vuole un altro tipo di informazione ed è poco interessato a sapere che nelle ore centrali spirerà una gradevole brezza sulle coste con caldo meno asfissiante. L’informazione meteo va dunque confezionata per l’utente (cosmos), altrimenti risulta inadeguata in rapporto alle sue aspettative. La meteorologia è utile nel momento in cui va ad incidere sui processi decisionali, ma se da un lato abbiamo il singolo cittadino che decide se andare o meno in vacanza, se prendere l’ombrello e così via, dall’altro abbiamo invece il processo decisionale riferito ad una qualunque attività produttiva o addirittura di protezione civile. Il meteorologo deve quindi avere un’attenzione alla comunicazione nei confronti del cittadino. E’ necessario promuovere e sviluppare un percorso con l’obiettivo di rendere riconoscibili le fonti di informazione affidabili dalle fonti non affidabili. Istituzioni, organizzazioni, gruppi di ricerca scientifica, enti e aziende pubblici e privati comunicano quotidianamente utilizzando i social (cosmos).