Recensione della serie “La regina degli scacchi”

La miniserie del 2020 targata Netflix “La regina degli scacchi” è riuscita a scalare le classifiche in tempo record per merito di una trama originale e avvincente. In meno di un mese ha infatti segnato il record di visualizzazioni per la piattaforma streaming, sorpassando la quota di 62 milioni.

La serie racconta la storia di Elisabeth Harmon, un’orfana con un innato talento per il gioco degli scacchi. Seguiamo la sua scalata nei rank all’interno di questo sport, la sua crescita personale e la sua lotta contro la dipendenza da psicofarmaci. La serie riesce infatti a rappresentare a pieno i sentimenti della protagonista Elizabeth. Ad esempio all’inizio della storia, quando Beth è diffidente e arrabbiata con il mondo, l’orfanotrofio ci appare come un posto straziante e malevolo dove qualcosa potrebbe andare storto da un momento all’altro. Lo stesso succede durante il primo periodo di convivenza con i genitori adottivi, in cui la madre sembra una psicopatica che la può abbandonare di nuovo da un momento all’altro. Ma quando Beth scopre la sua passione, si rasserena e ci viene mostrato anche il lato positivo della madre affettuosa e sempre pronta a sostenerla nel suo sogno.

Nella serie, ogni partita è realizzata sulla base di match storici del passato e ha goduto della collaborazione di Garry Kasparov, uno dei giocatori più forti di tutti in tempi.

Si ipotizza che la per la figura della protagonista, Elisabeth Harmon, lo sceneggiatore si sia ispirato al giocatore Bobby Fischer che conquistò la sua gloria tra il 1958 e il 1968, anno in cui è ambientata la serie.

I temi affrontati nella serie appaiono tutt’oggi di rilievo: le difficoltà che una donna può avere ad emergere in una società marcatamente maschilista; la lotta contro la dipendenza da psicofarmaci, il tema dell’abbandono che danno un tono cupo e drammatico superato nel finale con il riscatto raggiunto con l’autodeterminazione ed il supporto dell’amicizia.

Con la diffusione della serie, tantissime nuove persone si sono approcciate e via via appassionare al gioco degli scacchi, tanto da far essere le ricerche sull’argomento in cima alle classifiche dei principali motori di ricerca. La vendita di scacchiere è aumentata del 250%, così come è quasi quadruplicato il numero di utenti del portale di scacchi più usato sul web, chess.com, che ha visto passare i suoi utenti giornalieri da 30.000 a più di 110.000. Su questa piattaforma è addirittura stata creata la modalità “Gioca contro Beth Harmon” che permette agli utenti di sfidare un computer che replica le abilità della protagonista della serie all’età di 8, 15, 17 e 20 anni.

È anche interessante il fatto che il libro di Walter Travis, dal quale è tratta la serie, è divenuto un best seller ben 37 anni dopo alla sua pubblicazione.

Insomma, una serie più che consigliata!

Matteo Vicentini, Valerio D’Archivio e Luca Storti, 3C