“Il giorno delle memorie” nelle parole di Moni Ovadia

di Giovanni Mozzati e Giorgia Mori, 2b

Il 27 Gennaio 2021 in occasione  della  Giornata della Memoria, il liceo classico “Andrea D’Oria” insieme a molti altri istituti italiani ha partecipato ad un iniziativa promossa dall’associazione Circuito Cinema Scuole, che prevedeva sulla piattaforma #iorestoinsala la partecipazione all’ intervista livechat con Moni Ovadia e successivamente la visione del film “Lezioni di persiano” di Vadim Perelman.

Chi è Moni Ovadia?

E’ uno scrittore, attore, cantante, musicista, scrittore italiano, nato in Bulgaria e cresciuto a Milano in una famiglia di ascendenza ebraica sefardita, da molti anni impegnato nella promozione della tradizione artistica della cultura yiddish e mitteleuropea. La sua produzione è decisamente influenzata da una forte considerazione dell’etica che è emersa chiaramente nella dichiarazione delle sue opinioni sollecitate dalle domande degli studenti.

La prima riflessione ha riguardato il valore dei diritti umani e il rischio della loro perdita senza lo “strumento poderoso della memoria“. Ovadia ricordando un esempio di attualità come l’assalto a Capitol Hill a Washington, ha  sottolineato la somiglianza tra le logiche distorte e antiquate  appartenute a  personaggi  del passato e ritrovate in quelli odierni. Pertanto ha rafforzato l’idea che la memoria del passato serva a tenere vigile l’attenzione verso i momenti di destabilizzazione per mantenere viva la cultura dei diritti, perché come ha raccontato, con la storiella della diga,” il diluvio parte da un buco“,  enfatizzando così  il concetto che la privazione dei diritti  possa avvenire inaspettatamente.

Ha aggiunto poi una riflessione  più vicina ai ragazzi analizzando il fenomeno del  bullismo  come un atto di profonda arroganza, un atto insensato, discriminatorio  che apre alla cultura del poter giudicare le altre persone e sulla base di ciò perseguitarle con violenza fisica e verbale.  Bisogna secondo lo scrittore contrastare il pensiero che porta a questo arbitrio e ribadire che ogni essere umano e ogni essere vivente, ma anche  piante ed animali ( a questo proposito ha ricordato la sua scelta di essere vegetariano) sono compagni di vita che vanno rispettati nei loro diritti.

Infine Ovadia ha rimarcato che non si dovrebbe parlare di giorno della memoria ma di “giorno delle memorie” per ricordare lo sterminio da parte dei nazisti non solo quello efferato verso gli ebrei, ma anche quello contro  rom,  sinti, portatori di handicap, omosessuali,  testimoni di Geova,  antifascisti e verso tutti quelli contrari al regime perché questa tragedia di logiche razziste e discriminatorie non si debba più ripetere.

Bisogna diffondere la cultura del riconoscimento universale dell’essere umano, che ha una sola specie, sapiens sapiens africanus, a cui noi tutti apparteniamo e soprattutto bisogna irridere le vocazioni razziste, uscire dalla cultura dell’io e del noi per entrare nella cultura del tu e del voi per riconoscere l’altro come portatore dell’edificazione di una società di pace e di giustizia e di uguaglianza…. Dobbiamo imparare a riconoscere l’altro nella piena dignità di ciò che è.