Le donne tra emancipazione e tradizione

La donna oggi vive in una società che ha superato molti schemi e pregiudizi maschilisti del passato. La nostra Costituzione recita che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di razza, di lingua, di sesso, anche se in realtà l’articolo 3 nei fatti non sempre viene rispettato. Nel recente passato ci sono state donne intraprendenti con ruoli fondamentali nell’economia e nella politica come Luisa Spagnoli o Nilde Iotti, che è stata la prima presidente donna della nostra Camera dei Deputati, ma si trattava solo di rare eccezioni. La maggioranza delle donne viveva in condizioni di sottomissione e di inferiorità rispetto agli uomini.

Il riconoscimento dei diritti delle donne è passato in Italia attraverso l’istruzione di massa che ha consentito l’accesso ai licei e alle università ed ha fatto, intorno agli anni ’60, importanti conquiste. I movimenti femministi, sulla scia di quelli statunitensi e mondiali, oltre che rivendicare i principi di uguaglianza, hanno consentito il raggiungimento di importanti risultati in campo socio-economico e politico.

Oggi stiamo ancora assistendo ad un processo di liberazione della donna, che ha preso coscienza di sè e delle sue capacità ed ha assunto ruoli importanti nella società: avvocato, giudice, direttore d’azienda, ecc. Non esiste oggi mestiere che la donna non si adatti a fare e soprattutto che svolga con competenza e professionalità. Le quote-rosa sono previste per legge anche nell’ambito dei nostri organi politici rappresentativi: Camera dei Deputati, Senato e Governo.

In particolare, oggi il Senato della Repubblica italiana è presieduto da una donna, Elisabetta Casellati, che con grande capacità e fascino svolge il suo compito. Ma tralasciamo gli esempi illustri, e torniamo alle piccole cose che ci circondano giornalmente, Oggi non è difficile vedere famiglie in cui uomo e donna lavorano fuori casa contribuendo entrambi al bilancio economico. Sta anche scomparendo quel tipo di atteggiamento maschilista che in ambito lavorativo vedeva la donna solo come oggetto di ammirazione fisica, mentre si cominciano ora ad apprezzare le capacità intellettive e a rispettarla.

Le donne oggi riescono a gestire un lavoro di responsabilità con la stessa professionalità di un uomo, associando spesso al lavoro fuori casa la conduzione di una famiglia, riuscendo ad un tempo ad essere moglie, madre e lavoratrice. Ma ci sono ancora molti lati negativi, le lavoratrici donne guadagnano meno rispetto agli uomini e l’accesso al mondo del lavoro è prevalentemente orientato su posizioni meno prestigiose e retribuite rispetto agli uomini. Altro lato negativo è il ruolo della donna all’interno della famiglia, su di esse in genere pesa il carico della cura della casa e dei figli. Per tanto io ritengo che occorrono, ancora, riforme per consentire alle donne di realizzare se stesse, servono maggiori servizi, dedicati alle famiglie, e regole più precise nel mondo del lavoro per promuovere un cambiamento nella società e nella mentalità.

Però non tutto è “rose e fiori”, nei Paesi del terzo mondo le donne vivono in condizioni difficili: la mancanza di un’adeguata istruzione, i matrimoni precoci, ai quali le bambine vengono spesso costrette, e la mancanza di potere decisionale nelle scelte familiari, porta la donna ad essere sminuita e costretta ad ubbidire. In Occidente, come ben sappiamo, le cose vanno meglio e le donne festeggiano se stesse l’8 marzo di ogni anno, per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in molte parti del mondo. È stata scelta questa data in onore di tutte le operaie dell’industria tessile Cotton di New York morte durante un incendio nel 1908. Vorrei concludere con una frase di Oriana Fallaci in onore di tutte le donne “Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai”.

Federica Grasso 3QL