• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Una brillante scoperta: il radio e la scienziata che lo isolò

Una brillante scoperta: il radio e la scienziata che lo isolò

Il radio è un metallo alcalino terroso, le cui tracce sono presenti nei minerali dell’uranio. Viene indicato con il simbolo “Ra” e appartiene al secondo gruppo ed al settimo periodo della tavola periodica degli elementi. Ma quello che vogliamo raccontarvi di seguito è la storia della sua scoperta e degli usi che ne furono fatti nel tempo e soprattutto la storia della scienziata il cui nome è indissolubilmente legato al radio.

La fantastica scoperta
Andiamo con ordine. Maria Salomea Skłodowska, più conosciuta come Marie Curie.

Marie Curie nacque a Varsavia il 7 novembre 1867, ed è senza dubbio una delle figure di spicco del novecento, una delle prime donne ad essere entrata nel mondo della scienza.
Lei era incuriosita da un misterioso tipo di radiazione, individuato nel 1896 dal fisico francese Henri Becquerel: mentre studiava la fosforescenza dei sali di uranio, si era accorto che il materiale emetteva raggi in grado di impressionare una lastra fotografica, anche senza bisogno di eccitazione da parte della luce solare.
Il marito di Marie, Pierre Curie, aveva messo a punto uno strumento detto elettrometro che serviva per la misurazione delle correnti elettriche deboli. Marie Curie, analizzando l’uranio e i suoi composti con l’elettrometro, realizzò che l’emettere radiazioni è una proprietà atomica del’uranio. Chiamò il fenomeno radioattività.

I coniugi Curie si accorsero ben presto che i minerali contenenti uranio erano più radioattivi dell’uranio stesso. In particolare, un minerale chiamato pechblenda risultava molto più radioattivo rispetto alla quantità di uranio e torio che conteneva: doveva esserci qualcos’altro dietro alle sue proprietà.
Nel luglio 1898, Marie e Pierre identificarono una sostanza 300 volte più attiva dell’uranio: il polonio, chiamato così in onore delle origini della scienziata. Pochi mesi dopo informarono l’Accademia delle Scienze di aver individuato nelle analisi dei campioni una nuova sostanza, sconosciuta fino ad allora e 900 volte più radioattiva dell’uranio: il radio.
Per la scoperta di radio e polonio, Marie Curie vinse il Nobel per la Chimica nel 1911. Nel 1903 aveva già vinto un Nobel, per la fisica, per le ricerche sui fenomeni radioattivi.
Giorgio Arena, 3DSA