Albert Einstein, ancora oggi un punto di riferimento

Di Luca Pietro Bertolatti

Albert Einstein (1879-1955). Quest’anno, vicino al sessantasettesimo dalla sua morte, si celebra il centenario della sua più bella scoperta: la relatività generale. Non è facile riassumere ciò che Einstein ha capito della natura, in quanto non si tratta di un unico
risultato, ma di un’ampia e articolata serie di scoperte che si possono suddividere in cinque gruppi, ognuno dei quali ha cambiato la visione del mondo, fornisce una colonna vertebrale della corrente conoscenza della natura.

Il primo risultato di Einstein è la prova finale che la materia ha una struttura granulare: il mondo è fatto di atomi. L’idea è vecchia, ma fino a Einstein la reale esistenza degli atomi era ancora un’ipotesi messa in dubbio. In un articolo scritto a 25 anni, Einstein sospettava un fenomeno fisico, il movimento oscillatorio di granelli di polvere immersi nell’acqua, e calcolava la dimensione degli atomi tremanti, dimostrando che questo era l’effetto delle collisioni. Singole molecole di acqua del grano.

La seconda grande conquista di Einstein (per la quale ha ricevuto il Premio Nobel) è la scoperta dei fotoni, cioè il fatto che la luce è anche fatta di grani, di “atomi di luce”. Anche in questo caso Einstein assume un effetto fisico, l’effetto fotoelettrico: quando la luce cade su alcuni metalli, genera una piccola corrente. Einstein analizza il dettaglio in cui ciò accade e conclude che la luce è costituita da “sfere di luce”. Il significato di questa scoperta è stato centrale per la fisica moderna, in quanto è il passo chiave verso la meccanica quantistica, la teoria che oggi descrive la relazione tra gli aspetti corpuscolari e ondulatori della realtà e che costituisce la base della fisica atomica. e molte tecnologie più recenti, come i computer.

Il terzo grande passo di Einstein fu l’inizio dello studio della struttura su larga scala dell’universo visibile. È il lavoro che stabilisce la cosmologia moderna, oggi una delle aree della scienza in più rapida crescita. Il quarto risultato è il più grande, quello che celebriamo quest’anno: la teoria della relatività generale. La teoria spiega l’origine della forza di gravità di Newton e la corregge allo stesso tempo. La forza tra masse lontane immaginata da Newton è ora spiegata come un effetto della flessione dello spazio e del tempo. Lo spazio e il tempo sono come un foglio di gomma che può essere piegato e tirato, e questa piegatura è il motivo per cui gli oggetti cadono sulla terra, perché la luna gira intorno alla terra e ai pianeti attorno al sole. Le conseguenze della teoria sono numerose e sono state tutte verificate negli anni seguenti: l’esistenza dei buchi neri, il rallentamento del tempo vicino a una massa, se vivi in montagna invecchi un po ‘più velocemente che se vivi di il mare, il fatto che l’universo che vediamo è emerso da una prima grande esplosione, solo per citarne alcuni.

Quinto, la teoria della relatività speciale. Einstein capisce che il tempo passa più lentamente quando viaggiamo veloci e che è meglio pensare al mondo come uno “spazio-tempo” unitario di quattro dimensioni, piuttosto che considerare spazio e tempo separati. Eppure pochi scienziati hanno cambiato idea tante volte quanto lui. False idee, false previsioni, false equazioni, affermazioni alle quali egli stesso è tornato o successivamente confutate dai fatti. Oggi sappiamo che esistono i buchi neri. Ce ne sono milioni solo nella nostra galassia e la loro esistenza è una delle conseguenze sensazionali della teoria di Einstein. Ma Einstein non lo capì e scrisse un brutto lavoro sull’argomento, sostenendo che cose del genere non possono esistere. Sull’altra grande conseguenza della sua teoria, l’esistenza delle onde gravitazionali, anche Einstein si sbagliava. Ha sostenuto che queste onde non esistono, interpretando male la sua stessa teoria. Prima di scrivere l’equazione corretta per la Teoria della Relatività Generale, il suo grande trionfo, Einstein pubblicò una fitta serie di articoli, tutti sbagliati, ognuno con un’equazione diversa. Si è spinto anche a pubblicare un lavoro dettagliato e complesso per dimostrare che la teoria non dovrebbe avere simmetria, quando sarà proprio la simmetria a caratterizzare una buona teoria.

Ma questa lunga serie di mutamenti di opinioni ed errori non sopprime ma, al contrario, insegna qualcosa di più sull’intelligenza: l’intelligenza che non si ostina sulle proprie opinioni. È pronto a cambiarli. Preparati a esplorare idee, accettando il rischio di commettere errori. Per capire il mondo, è necessario avere il coraggio di provare le idee e di riadattarle continuamente per farle funzionare meglio. “Chi non sbaglia mai è chi si ritrova intrappolato in vecchi errori”, ha affermato l’audacia del pensiero, il coraggio di rischiare, non fidandosi delle idee ricevute, nemmeno delle sue. Abbi il coraggio di sbagliare, il coraggio di cambiare idea, non una volta ma ancora e ancora, per trovare. Ma Albert Einstein è più della sua grandezza scientifica. Basta guardare alle sue idee politiche, pacifiste, ai suoi conflitti interni quando, per fermare Hitler, decise di scrivere a Roosevelt sulla realizzazione della bomba aprendo il secolo delle guerre nucleari, il suo amore per la musica e la filosofia, la sua ribellione,  che lo ha portato a odiare e ad abbandonare la scuola, a perdere tempo per le strade di Pavia, poi per tutta la vita vestendosi e pettinandosi i capelli in tutte le sue abitudini, il suo ateismo, la sua amicizia con Charlie Chaplin, la serenità con cui ha affrontato la morte, rifiutando di essere curato quando ha saputo di essere gravemente malato.

Tutto questo fa di Albert Einstein, per molti, un punto di riferimento.