Vale la pena investire in nucleare?

Di Luca Pietro Bertolatti

Ultimamente si è parlato molto in Italia e nel mondo del nucleare, dei suoi rischi e della possibile realizzazione di impianti. L’energia nucleare è l’energia che tiene insieme la parte interna dell’atomo, cioè le particelle che compongono il nucleo. La prima persona a capire la possibilità di estrarre energia dal nucleo atomico è stato lo scienziato tedesco Albert Einstein. Per estrarre energia dal nucleo atomico, ci sono due processi opposti: la divisione (rottura) di un nucleo pesante come l’uranio e la fusione (unione) di nuclei leggeri come l’idrogeno. L’energia nucleare è una fonte di energia che deve essere attentamente valutata nei suoi aspetti positivi e negativi. Sta diventando sempre più importante ed è probabile che diventi un’importante fonte di energia con la diminuzione dell’offerta di petrolio.

Questa energia viene utilizzata per scopi pacifici e di guerra. Nel 1945, un gruppo di scienziati finanziato dal governo americano stava lavorando a un progetto di livello militare per creare la prima bomba atomica. Le prime due bombe atomiche furono sganciate nelle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. Questo evento pose fine alla seconda guerra mondiale e terrorizzò il mondo per le migliaia di vittime causate dalle devastanti esplosioni. Ci sono ancora morti e malattie in queste città, anche se in misura minore, probabilmente causate da continue radiazioni in queste zone. Occorre infatti riflettere gli effetti delle radiazioni, che continueranno a causare danni alla popolazione e problemi di salute per le generazioni nate dopo il disastro. Oggi l’energia nucleare ha indubbiamente dei vantaggi: in primo luogo, le piante non emettono anidride carbonica nell’atmosfera terrestre, che provoca il buco nello strato di ozono e l’effetto serra. La produzione di energia nucleare riduce le importazioni di petrolio e la dipendenza dai paesi arabi. Tra gli svantaggi molto maggiori, resta la preoccupazione per i possibili incidenti che possono emettere radiazioni, causare malattie e morte per leucemia o cancro e persino persistere nel corso degli anni. Nel 1986, ci fu una perdita di radiazioni in una fabbrica di Chernobyl, che causò grandi danni e paure quasi ovunque. Nessuna comunità locale accetta di sacrificare il proprio territorio per ospitare scorie nucleari, che inevitabilmente devono essere seppellite migliaia di anni prima di essere perse a causa delle radiazioni. Il trasporto delle scorie nucleari è sicuramente uno degli aspetti più critici della sicurezza, poiché c’è ancora il rischio che le centrali nucleari vengano attaccate. I principali fautori delle centrali nucleari includono rappresentanti del mondo industriale, mentre gli oppositori sono ecologi, scienziati e altri tecnici che non sono d’accordo su questioni di sicurezza e rischio di contaminazione radioattiva. I paesi che attualmente dispongono di centrali nucleari attive e che soddisfano la maggior parte del loro fabbisogno energetico sono: Stati Uniti, Giappone, Francia e paesi
dell’Europa dell’Est.

In Italia è recentemente riemerso un dibattito dopo la volontà espressa dal nuovo governo sulla possibilità di utilizzare l’energia nucleare per generare energia e ridurre i costi. Tutte le centrali nucleari italiane sono state paralizzate dal risultato del referendum del 1987 in cui il popolo italiano ha votato contro l’uso dell’energia nucleare per scopi civili. Infatti, all’epoca dopo l’incidente di Chernobyl, dove le radiazioni erano fuoriuscite da uno dei reattori provocando gravi danni ambientali e civili, nessuno voleva che accadesse qualcosa del genere in Italia. Un evento simile si è verificato ora dopo venticinque. Il 12 e 13 giugno si è tenuto un altro referendum per decidere se costruire o meno centrali nucleari in Italia, ma come poi un incidente (quello di Fukushima) ha influenzato il pensiero degli italiani, facendoli considerare le enormi differenze tra benefici e svantaggi.
Ottimo, sicuramente enorme, il potenziale delle centrali in termini di performance economica e non solo.

Una volta fuori controllo, tuttavia, i benefici ottenuti sono completamente superati dal potenziale catastrofico. Vale davvero la pena rischiare la salute di intere generazioni? Il problema è che l’avaro pensa solo al profitto e non alla parte sociale e umana di questo problema. Infatti il mondo non ha certo bisogno di cambiare l’equilibrio naturale (la divisione di un atomo), basterebbe puntare su energie rinnovabili come il sole, il vento e l’acqua che non mettono a rischio la salute dell’uomo. Un uomo, forse perché è pigro, non cerca di sviluppare altri metodi di produzione di energia. Non dobbiamo nemmeno andare molto lontano, perché le risorse abbondano in Italia. Ecco perché la scelta è più politica che tecnica: devi decidere su cosa investire. Quindi dobbiamo capire perché, dall’ultimo incidente di Fukushima, e la maggior parte delle nazioni europee ha deciso di ritirare le centrali lentamente, siamo l’unico Paese che ha deciso di installarle. Se non ci avviciniamo ora alla costruzione di centrali (che è molto pericolosa nel territorio italiano per l’alto rischio sismico) dobbiamo dire grazie solo al referendum svoltosi ieri e che, per ora, ha impedito l’avvio di una situazione di rischio per tutti. A mio avviso, bisogna puntare sull’energia “pulita”, in quanto si prevede che in futuro la produzione di energia da fonti rinnovabili supererà l’energia nucleare e inoltre entro il 2050 si prevede la costruzione delle prime centrali a fusione nucleare, sia sistemi che non mettere in pericolo la salute di nessuno.