I videogiochi al tempo del Covid-19

La pandemia del Covid-19 è iniziata nel 2020, e da quel momento la nostra vita è naturalmente cambiata, dagli stili di vita ai nostri hobby, a quello che abbiamo fatto durante le giornate.

Il virus ha contribuito a modificare la nostra percezione e l’approccio ai videogiochi. Fino a non tanto tempo fa infatti, i videogiochi erano considerati da molti inutili, una perdita di tempo, quello che portava i ragazzi a non socializzare con gli altri. E adesso?
Nello scorso anno, in pieno lockdown, l’Organizzazione Mondiale della  Sanità e alcune tra le principali società videoludiche hanno lanciato una campagna con l’hashtag #PlayApartTogether, per incoraggiare le persone a seguire le raccomandazioni sul distanziamento sociale per evitare la diffusione del Coronavirus. Secondo l’Oms, inoltre, i videogiochi hanno un efficace potere terapeutico per le persone, in quanto permette loro di distrarsi e tenersi impegnati con attività attraenti e social (questo anche grazie alla presenza di modalità multiplayer online di molti videogiochi, che permettono di giocare insieme e condividere l’esperienza) ma al tempo stesso di garantire il distanziamento sociale, l’unica soluzione per prevenire il contagio dal Coronavirus.

Bisogna però dire che, a causa del periodo difficile che stiamo vivendo, ci sono pesanti ripercussioni su ogni aspetto della vita quotidiana e ciò ha influito inevitabilmente anche sul settore dei videogiochi, che vede rallentata la produzione di moltissime aziende a causa delle restrizioni e delle misure anti- contagio adottate dai governi. Per concludere, ad oggi, nel 2021 la pandemia del Covid-19 non è ancora conclusa e dobbiamo rispettare le norme anti-contagio per poterne uscire una volta per tutte. Intanto, i videogiochi stanno rivestendo un ruolo molto importante per tutti i giovani del mondo, che giocano e si divertono per allontanare i pensieri negativi e i malumori causati dalla pandemia.

SIMONE SPAMPINATO 3°DSA