Dalle sue elezioni nel 2016 ad oggi, Donald Trump continua ad essere uno tra i personaggi più discussi e una figura di spicco nel panorama americano e mondiale, incontrando pareri politici discordanti. Infatti recentemente, l’ormai ex presidente non ha accettato i risultati delle elezioni del 2020 con la seguente nomina dell’attuale presidente Joe Biden, ha rifiutato pubblicamente di aver perso gridando ai brogli elettorali e continuando ad incitare colpi di stato e parole d’odio. Nei primi giorni di gennaio ha sferrato un violento attacco contro il governo e la nazione che, invece, dichiara di amare: alcuni gruppi di manifestanti pro-Trump hanno, infatti, fatto irruzione all’nterno del complesso di Capitol Hill, durante la seduta convocata per certificare l’elezione di Biden. Gli assalitori del Campidoglio, composti da uomini e donne antisemiti e razzisti, aderenti alla politica suprematista americana, distruggono porte e vetrate, senza nessuna risposta sostanziale da parte delle forze armate e Trump ha più volte rifiutato di esprimersi contrario in merito all’accaduto, proclamando di agire per quella Costituzione che aveva giurato di preservare e proteggere.
A seguito di tali avvenimenti, il 13 gennaio scorso, è stata avviata una procedura di impeachment: il presidente uscente Trump è stato accusato di essere responsabile di incitamento all’insurrezione contro il governo degli Stati Uniti e di azioni illegali in Campidoglio. Per la prima volta nella storia uno stesso presidente è stato messo per due volte in stato d’accusa, è un evento, anche se poco piacevole, storico. Il processo inizierà al Senato nella settimana dell’8 febbraio. Le previsioni non sono a favore di una condanna, al contrario, oltre l’80% è per l’assoluzione. In ogni caso, il dissenso popolare verso il presidente uscente è
abbastanza ovvio, in quanto il desiderio della popolazione americana è quello di trovare una stabilità socio-politica e una conciliazione sociale.
Francesco Napoli, V DSA
