Idrogeno, possiamo vivere senza?

Possiamo vivere senza idrogeno? Una domanda che sorge spontanea nel momento in cui ognuno di noi conosce la natura dell’acqua. Costituita per 2/3 da idrogeno, H2O, il simbolo chimico dell’acqua è noto a tutti.
La parola idrogeno significa generatore d’acqua, termine che deriva da un esperimento, in cui è stata prodotta una certa quantità d’acqua dalla combustione dell’idrogeno.
Troviamo innumerevoli casi di sostanze che si legano con l’idrogeno e tutti utili all’uomo.
L’idrogeno, infatti, può essere utilizzato per produrre energia attraverso la combustione dello stesso, da solo o quando si lega con altri elementi, oppure ancora grazie alla reazione chimica dell’ossigeno con l’idrogeno, durante la quale non abbiamo combustione ma energia che viene ugualmente prodotta (come avveniva nella pila, strumento che sfruttava le reazioni chimiche per creare energia).
La sua combustione non crea emissioni inquinanti quanto quelle degli altri combustibili. La combustione dell’idrogeno produce acqua e tracce di ammoniaca. Grazie a queste caratteristiche molti paesi hanno preso in considerazione il suo utilizzo per produrre energia legandolo possibilmente con i combustibili fossili in modo da migliorarne il rendimento. Le centrali nucleari, inoltre,  lo utilizzano per ridurre la temperatura durante la fissione nucleare. È proprio grazie a questi utilizzi che lo si può dividere in grigio, blu, verde e viola. L’idrogeno è fondamentale nella produzione di ammoniaca, nell’idrogenazione degli oli vegetali, in aeronautica (in passato nei dirigibili), nella propulsione aeronautica e spaziale come combustibile per razzi e vettori spaziali (allo stato liquido), nelle saldature e come agente riducente dei minerali metallici, come refrigerante nei generatori delle centrali elettriche. Non ultimo, l’idrogeno è usato ricerca criogenica, che comprende gli studi sulla superconduttività e nella risonanza magnetica nucleare.
Possiamo, quindi, vivere senza?

Simone D’Arrigo III Dsa