Lettere a Liliana Segre

Cara Liliana Segre ti mando questa lettera per dirti che quando ho visto la tua intervista dove raccontavi di quando eri al Campo di Concentramento e che ti hanno scoperta e ti hanno mandata al campo dove mangiavate bucce di banana e tuto quello che trovavate,se non facevi qualcosa di giusto ti fucilavano.Eravate nude/i davanti a tutti e vi vergognavate.Noi abbiamo ricordato tutta quella violenzacontro gli/le ebrei/e i 27 Gennaio con la giornata della memoria con una pietra d’inciampo nel nostro giardino della scuola e con una canzone di Aushuits e una della pace nel mondo,e,con un sacco di persone che sono venute a vedere e ascoltare le nostre produzioni scritte e cantate.

So che hai 91 anni e so che non puoi venire da ragazzi a Genova e non farai più interviste ma spero che leggerai le nostre lettere e ci vorrai rispondere.Ti mando questa lettera con amore.

Alessandro Rebecchi

 

Cara Lliana Segre,

ho visto molte tue interviste e mi è piaciuto molto il modo in cui hai parlato con sicurezza.

Ho delle domande per te (se non ti dispiace):

-Ti hanno mai fatto delle torture di cui non hai voluto parlare?

-Se hai mai visto il sole (nel campo di concentramento) sei riuscita a provare felicità?

Ti mando questa lettera perchè è ormai da due anni che parliamo del giorno della memoria il 27 gennaio e ci tenevo molto a scriverti.

In classe abbiamo letto il tuo libro ed è stato molto commovente.

Scusa se ti do del tu,ma visto che hai parlato di un argomento così delicato,dicendo pure che eravate nude,mi sono sentita di darti del tu.Io vado in 5° elementare e capisco cosa voglia dire essere nude.Avevi vergogna a stare davanti a quegli uomini nuda?

Spero che leggerai questa lettera e mi farebbe molto piacere ricevere una risposta,solo se ti va,e ti ringrazio per aver avuto il coraggio di parlarne publicamente.

con amore, Rebecca Tessore.

 

Buongiorno signora Liliana Segre, come stai, la mia classe e io ti vogliamo salutare attraverso queste lettere, scritte con tutto il nostro cuore.

Abbiamo sentito tante cose su di te, sulla tua storia. A me non mi è piaciuto quello che facevano quelle persone a tutti voi, non è giusto tutto quello che hanno fatto quelle persone, non importa da dove provenite ne il colore della vostra pelle ma la cosa più importante è come ti trattano.

Io ti vorrei conoscere ma per colpa di questo virus è impossibile, e anche perchè sei una signora di 90 anni e non ce la fai più a fare dei passi e dei viaggi lunghi.

La mia classe e io parliamo sempre di voi, e quando parliamo più impariamo cose su di voi.

questa è una lettera con tutto l’amore che ho.

Anjaly Torres Vergara