Oggi siamo tutti forzatamente a casa, docenti, alunni e rappresentanti degli alunni.
E’ il 27 gennaio 2021, giorno della memoria, ore 9,30 e l’assemblea degli alunni del Polo Tecnico “E. De Nicola – G. Ferraris” di S. Giovanni La Punta è imminente. E ’una giornata fredda e qualche fiocco di neve si scioglie sui vetri della finestra semiaperta della mia stanza. Un merlo salta tra i rami del mandorlo fiorito che annuncia primavera. Fioriranno parole sapienti in questa assemblea di gennaio grazie alla partecipazione degli alunni e alla professionalità degli ospiti.
Una farfalla si posa sul mandorlo in fiore; è gialla come quella dipinta da Carola, l’ immagine che dà inizio all’assemblea. E’ un invito a volare oltre ogni filo spinato. Riposa, la farfalla, viene da lontano: chissà quanti fiori ha visitato, succhiandone la bellezza, lungo i prati e le scarpate dei binari dei treni, ignara del terribile carico di sofferenza che in anni passati – e altrove ancora oggi – corre verso destinazioni di morte, come ci racconta la prof. Inferrera: treni che corrono per tutta quella Europa che ha smarrito il senso umano della vita. Prati su antichi teatri di guerra e di sterminio come quello di Auschwitz che la nostra alunna Desiree ha attraversato in punta di piedi. Oggi evoca il ricordo di quel viaggio. Una lacrima lungo il viso trasmette emozione e insegnamento.
Sono pietre di inciampo quelle che spesso la farfalla scambia per sorridenti fiori: sono nomi, storie e racconti inghiottiti dal silenzio che sapientemente la giornalista Graziella Guglielmino fa emergere da un passato anonimo. Alla presenza della D.S. prof.ssa Antonella Lupo anche nel nostro Istituto viene esposta una pietra di inciampo, monito per tutti di non passare oltre, non correre, ma di fermarsi e posarsi come farfalle per riflettere sulla bellezza di una società senza violenza.
D’improvviso entrando dallo spiraglio della finestra, la farfalla si posa sul filo spinato della copertina del libro di Liliana Segre “La memoria rende liberi”, che rivive in assemblea nella voce delle alunne: Diana, Elisa, Rachele, Ramona, Federica, Adriana e Miriam.
E’ simbolo di vita che vince la morte, la farfalla. Lotta tra morte e vita, che Chagall ci mostra nella “Crocifissione bianca” e nell’”Ebreo errante”. Descrizione di un dolore immenso trafitto da un raggio di luce bianca: è questo il commento di Luana, Giulia, Valeria e Erica, guidate dalla prof.ssa Giusy Fichera. E’ il dolore dell’insensatezza della totale distruzione, quello che il dott. Simone Rega da Mantova evoca, da remoto, ricordando la Notte dei cristalli. Il fuoco della volgarità e della violenza travolse in quella notte la leggerezza della cultura.
“E come tutte le più belle cose” la farfalla vive solo un giorno, addormentata nel cavo di un violino sogna libertà. La stessa libertà che donne e bambini, uomini sognavano al suono del violino mentre andavano incontro a un precoce destino di morte, come racconta il video sul liutaio Amnon di Tel Aviv che restaura questi strumenti colmi di memoria, il cui suono ancora oggi trafigge il cielo alla ricerca di senso.
Così la memoria oggi si è compiuta nel nostro Istituto sulle corde e le ali di una speranza nuova, augurata da Giorgio Indelicato su alcune scene del film La vita è bella.
L’assemblea dopo la visione del film Jojo Rabbit si chiude ma il sapore della vita continua a riposare sul nostro cuore come una farfalla.