Ginevra Lombardi, 3C
“Pensavamo di essere sani in un mondo malato”. Questa bellissima frase pronunciata da Papa Francesco riassume, forse più di tutte, il difficile momento che stiamo vivendo. Il covid ha veramente stravolto le nostre vite. Ha limitato fortemente i nostri momenti e ha alterato le nostre più abitudini elementari. Ormai sono diversi mesi, anzi tra poco un anno, che per esempio non frequentiamo più le aule scolastiche, azzerando ogni socialità. Se il covid ha avuto ripercussioni negative sia per le morti e sia per le alterazioni della vita sociale nei paesi industriali, l’impatto è stato ancora più dannoso e terribile nei paesi del cosiddetto terzo mondo. Però si deve chiarire che fortunatamente il virus non ha avuto molta diffusione in questi paesi. Ha trovato però terreno fertile in un’aria depressa del nostro globo come l’America Latina. Purtroppo l’avanzare del virus, soprattutto in paesi come il Brasile, non ha fatto altro che esasperare e aumentare le disuguaglianze sociali. In questi paesi si sono registrate migliaia di morti, specialmente tra le fasce più povere della popolazione nelle quali era difficilissimo rispettare le regole più basilari del distanziamento sociale per impedire la diffusione del virus. Pensiamo ad esempio alle vaste aree del Brasile dove esistono le cosiddette favelas, agglomerati urbani, in cui addirittura è assente l’acqua corrente. Qui la promiscuità delle persone e le precarie condizioni economiche hanno reso facile la diffusione del coronavirus anche se precedentemente esistevano altre malattie mortali. Inoltre si aggiunge che in questi paesi il servizio sanitario pubblico oltre a essere inefficiente non è accessibile a tutti e la presenza di medici è quasi inesistente. Possiamo fare riferimento all’Africa, un continente in cui la maggior parte dei paesi sono ancora in via di sviluppo e che prima della diffusione del virus, erano presenti diverse malattie alcune delle quali sono mortali e delle quali non si conosce ancora la cura come ad esempio l’ebola. La cure mediche quindi non sono raggiungibili a tutti.
Negli Stati Uniti, conosciuti per il loro sistema sanitario privato, i trattamenti medici sono accessibili ma a pagamento e non tutti possono permetterselo. Le persone possono curarsi solo se in precedenza hanno stipulato una copertura assicurativa ma comunque oltre a questa assicurazione devono avere altri soldi sufficienti per far fronte alla visita,all’operazione o ricovero. Per esempio una donna americana per curare il coronavirus in un ospedale di Boston ha dovuto pagare 35mila dollari. Il conto per le cure è molto elevato perché non aveva l’assicurazione e se l’avesse avuta, avrebbe pagato molto di meno. Quindi nelle aree sottosviluppate e sviluppate del mondo, il coronavirus ha avuto effetti dirompenti e ha accentuato le differenze sociali.