La felicità: cosa ci rende felici?

E per te, cos’è la felicità?

La vita di ciascuno è la somma di tutti momenti già trascorsi e di quelli che aspettano solo di essere vissuti. Eppure ci sono degli attimi, di impatto, che saranno ricordati forse per sempre, portatori di qualcosa di più grande e misterioso. Sono proprio quelli momenti di cui vale la pena ricordare, quelli che riescono a emergere in qualcosa di prezioso, forse troppo per risiedere ovunque. Il sorriso di un bambino che guarda la tua mamma, un abbraccio ad una persona cara, lo sguardo di chi ce l’ha fatta dopo una lunga malattia, quell’espressione spontanea che nasce da rivedere un proprio caro dopo tanto tempo o quel senso di benessere che ti anima dopo aver donato un pezzetto di te a qualcuno. E poi in questi piccoli, quasi inafferrabili gesti che non tutti infatti riescono a scorgere, che risiede quel qualcosa è chiamato felicità? Forse ciascuno nel corso della vita si sarà domandato come fare ad essere felice. Chi dice di esserci riuscito arricchendosi, chi è felice avendo un lavoro di prestigio, alcuni aspetti aspettano ancora che qualcuno insegni loro la strada da seguire per raggiungerla. Cosa possiamo fare per essere felici in una vita che spoglia senza essa? Come disse Giacomo Leopardi secoli fa, la natura ha creato l’uomo all’interno di un mondo finito ma desiderosa di piaceri infiniti, talvolta inappagabile che lo fanno sprofondare nell’eterna insoddisfazione. E i giorni d’oggi ne sono proprio la conferma. È vero, vivere nel lusso non sarà sicuramente scomodo, così come non lo è nemmeno avere la possibilità di appagare sempre e subito i propri desideri grazie ad un’agiata condizione economica. Ma allora perché la felicità non cresce nel tempo e aumenta la percentuale di persone dichiarate infelici e il numero di suicidi? Sembrerebbe paradossale affermare che si viveva forse meglio in passato, si viveva di piccoli oggetti semplici ma di grande valore affettivo. Servirebbe dunque un ritorno al passato? O basterebbe guardarsi dentro in un mondo che ci vuole costantemente di fronte infine distrazioni materiali? Infatti se è vero che la felicità è difficile da catturare tre giorni sfuggenti della nostra esistenza, e anche vero che solo essendo felici che la nostra vita un senso. Ne vale dunque la pena cercarla instancabilmente?

 

Martina Concetta D’Antoni, 3ªB