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Covid-19, i virologi “entrano” nelle case degli italiani

Da quando è iniziata la pandemia sempre più virologi e scienziati sono stati invitati a parlare in televisione. Nelle loro prime interviste, cercando di tranquillizzare la popolazione dicevano che sarebbe stato un virus simile all’influenza, che poteva colpire o persone con patologie o persone più anziane dai 70 anni in sù, ma di cui però non bisognava preoccuparsi, anche perché non avendo dati e notizie sufficienti su questa minaccia che ormai incombeva sulla terra, hanno cercato di non creare allarmismi.

 Sul coronavirus, dice l’intervistata/virologa Ilaria Capua a “In 1/2 ora” da Lucia Annunziata, all’inizio di febbraio 2020, “non c’è da piangere ma nemmeno da ridere, bisogna solo seguire  quello che le organizzazioni internazionali ci dicono di fare”. Secondo la scienziata, che negli Stati Uniti dirige il One Health Center of Excellence della University of Florida, “l’Italia sta osservando una situazione più critica perché sta cercando i casi “positivi” in maniere più attenta di altri”. Inoltre la dottoressa Capua, affermava che quella in atto è “una sindrome simil-influenzale causata da coronavirus” che potrebbe durare “fino a primavera inoltrata o prima dell’estate. “Avremo a che fare con questo virus per un po’ di tempo”, avvertiva, “ma usiamo tutti il cervello ed evitiamo che girino notizie  che spaventino le persone più fragili”. Se si tratta di pandemia, secondo la virologa, si sarebbe potuto dire solo “quando avremo test diagnostici applicati in tutta Europa. Sono convinta”, concludeva, “che il virus farà il giro del mondo in tempi abbastanza rapidi, perché siamo tanti e il virus troverà tanti corpi, come batterie. Ma non vuol dire che ci saranno forme gravi, anzi molto probabilmente sarà sempre più debole”.In un altra intervista sempre la virologa Capua ha esordito dicendo che questo virus è stato sopravvalutato.

In un’ intervista di gennaio 2020, il virologo Roberto Burioni, aveva introdotto il concetto di asintomatici cioè di un individuo che può trasmettere la malattia pur non avendo sintomi; spiegando che questo tipo di virus poteva essere trasmesso anche da soggetti che non presentavano nessun sintomo. Si incominciò così a parlare anche delle azioni che il governo cinese stava effettuando per bloccare la trasmissione del virus: la quarantena. Notando che il conduttore si stava preoccupando, cercando di calmarlo,  Burioni disse che il coronavirus ancora non era arrivato in Italia e che soprattutto ci avrebbe messo un po’ di tempo prima di arrivare da noi.

Quando poi l’Italia, come tanti altri paesi del mondo, si è dovuto scontrare con questo virus e ha notato che era letale e che il contagio avveniva molto velocemente, le opinioni degli scienziati e dei virologi  sono cambiate rapidamente; hanno incominciato a parlare di pandemia, di pericolo e hanno capito la gravità della situazione.

Siamo nel 2021, è passato un anno da quando è entrato nelle nostre vite il coronavirus e molte cose sono cambiate, abbiamo finalmente un vaccino; un traguardo importante sia per la medicina  che per la scienza perché in poco tempo le case farmaceutiche sono riuscite a fabbricare un prodotto che serve a debellare questo virus.

Personalmente, credo che i virologi inizialmente si siano trovati in una situazione complicata; ancora non si conosceva bene questa malattia; e loro hanno dovuto da una parte cercare di dare quante più informazioni possibili sul COVID 19 e dall’altra parte cercare di non fare”terrorismo psicologico”. Sono diventate le persone delle quali noi ci fidiamo di più e questo scaturisce una maggiore attenzione mediatica che li porta spesso a essere criticati. Essi infatti hanno il compito di spiegare con le giuste parole quello che sta accadendo attorno a noi. A loro riconosco un grande merito: quello di aver avvicinato la popolazione alla conoscenza del virus arrivando a sensibilizzare le persone alle norme igieniche da seguire come: l’uso della mascherina e del distanziamento sociale e dell’importanza dell’igiene personale. Quindi io penso che la scienza spesso sottovalutata, sia entrata nella vita quotidiana di tutti fornendo informazioni con parole semplici e facendoci comprendere come la scienza abbia una grande importanza per la crescita della nostra nazione.

ROBERTA PANARIELLO, III C