La caccia alle streghe: le streghe di Salem

Salem Village, Massachusetts, 1692. Una cittadina abitata da puritani, gente con una forte ed incrollabile fede, che predicava uno stile di vita rigido. A Salem fu bandita la musica, ad eccezione degli inni sacri, furono proibite le danze e i festeggiamenti per il Natale e per la Pasqua, ritenute festività pagane, aboliti i giocattoli, reputati divertimenti futili.

In un contesto del genere, una donna che ardiva indossare abiti succinti, con colori sgargianti, era malvista dall’intera comunità ed emarginata. Verso la fine del 1600, Salem venne divisa in due zone, perennemente in lotta fra loro: Salem villaggio e Salem città. Salem Village, nota oggi come città di Danvers, era un piccolo insediamento nato nel 1636 per volontà delle autorità della vicina Salem Town e fino alla metà del XVIII secolo rimase una frazione di Salem città. Gli abitanti del villaggio erano equamente divisi tra chi desiderava trasformare il piccolo paese in una comunità indipendente e chi sentiva l’esigenza di rimanere legato a Salem Town.

Era da poco terminato un lungo conflitto armato, la Guerra di Re Filippo, che aveva visto opposti i coloni inglesi contro alcune tribù native. Il conflitto coinvolse anche il Massachusetts che, nonostante la vittoria inglese, rimase esposto alle scorrerie degli indiani per lungo tempo. In quel periodo, inoltre, la colonia era rimasta senza governo ufficiale, dopo la sospensione del trattato di Bay-Colonydel del 1684 e la ribellione del 1689. Il nuovo governatore scelto da Londra, Sir William Phips, arrivò a Boston solo il 14 maggio del 1692 prestando giuramento due giorni dopo insieme al suo vice William Stoughton. Tali avvenimenti diffusero un clima di terrore misto a smarrimento. A molti sembrò che questi disastri fossero parte di un piano del demonio per cacciarli dalla Nuova Inghilterra e riprendersi quei territori. Siffatta atmosfera, carica di superstizione e crescente panico portò, nel1692, allo scoppio dell’isterica caccia alle streghe.

Nel 1692 a Salem si diffuse la notizia di un primo caso di stregoneria. La figlia del reverendo Parris, Betty Parris, e sua cugina, Abigail Williams, riportavano i sintomi di una possessione demoniaca. Le due fanciulle, all’epoca di circa dieci anni, avevano comportamenti aggressivi nei confronti di familiari e ospiti, si esprimevano in strani versi e contorcevano i loro corpi in posizioni disumane. I medici, interpellati per dare una risposta ai fatti, non riscontrarono nulla di anomalo. Frattanto, anche altre sei rispettabili ragazze del villaggio di Salem furono vittime di questo strano seme della follia. L’ipotesi formulata dal dottor Griggs fu che il diavolo avesse preso possesso delle giovani. Questo sintomo, non curabile da lui, riguardava il “malocchio”, non una malattia ma un crimine perpetrato da una strega o da un mago a danno di un’altra persona, e quindi di competenza delle autorità giudiziarie. L’attribuzione alla stregoneria della causa dei comportamenti anomali delle due giovani non era un fatto spontaneo nella cultura di quel gruppo sociale.

All’inizio il comportamento delle ragazze fu interpretato solo come bizzarro. Ma quando, a un mese dall’inizio del manifestarsi dei casi, esso fu attribuito agli effetti di un maleficio, le ragazze apparvero come tormentate e dettero reali segni di isteria. In un primo momento il reverendo Parris decise di non rivolgersi alle autorità giudiziarie e chiese consiglio ad altri pastori locali, i quali gli consigliarono di affidarsi a Dio e di lasciare che il tempo facesse il suo corso. Tuttavia si erano diffuse voci sul “malocchio” e gli abitanti del villaggio premevano per risolvere la faccenda, dato che anche altre adolescenti si comportavano allo stesso modo. Ma chi aveva evocato il maligno? Secondo il reverendo Parris, William Stoughton e William Phips, a Salem vivevano alcune donne che praticavano la stregoneria e avevano un canale preferenziale con il male. Una donna del Village, Mary Sibley, propose un espediente, la Witches cake (torta delle streghe) usata nella tradizione popolare per identificare le megere. Si preparava una focaccia impastando segale e urina delle presunte streghe e poi la si dava in pasto a un cane, con la convinzione che l’animale, consumata la focaccia, sarebbe stato in grado di riconoscere e aggredire la strega responsabile del maleficio. L’espediente non sortì alcun effetto, salvo far ammalare l’animale.

Venne istituito un tribunale e furono chiamate a deporre al processo, come testimoni, proprio le ragazze che avevano manifestato quei disturbi, che accusarono Tituba Indians, una schiava di proprietà del pastore Parris. La schiava Tituba era una strega perché sorpresa più volte a conversare nascostamente con una misteriosa entità “ombra” ritenuta essere il diavolo. Durante il processo Tituba non negò mai queste accuse, anzi confermò di avere contatti con il demonio e di essere un’ammaliatrice. Al tempo stesso gettò infamia sulle altre accusate. Paradossalmente fu proprio questa ammissione di colpa a salvare la vita di Tituba che riuscì a lasciare Salem impunita, dopo aver insinuato il germe del sospetto nell’intera comunità. Tante altre persone furono accusate e imprigionate. In totale furono processate 144 persone e 106 erano donne