Effetti psicologici del Covid-19

Molte malattie colpiscono vaste zone del nostro pianeta, come ad esempio il cancro, ma l’impatto che il Covid ha avuto e sta avendo su ognuno di noi è totalmente diverso: il fatto che qualcosa di molto piccolo si possa impossessare di noi, stando solo vicino alle persone, fa scattare dei meccanismi nella nostra psiche completamente diversi.
Siamo abituati ad avere come nemico il terrorismo, piuttosto che le guerre dettate dai poteri economici: chi fa parte di quella generazione ricorda la possibilità di doversi infilare nel sotterraneo della propria abitazione sotto la minaccia del nucleare; ma qui parliamo di un qualcosa da cui non possiamo scappare, possiamo ridurre il rischio chiudendoci letteralmente in casa, chiusura forzata dalla paura e dal buonsenso, totalmente diverso da un “isolamento” dettato da una libera scelta.
La quarantena in questo caso è un vero e proprio strumento di “distanziamento sociale”, un termine che gli epidemiologi usano per riferirsi ad uno sforzo consapevole per ridurre il contatto ravvicinato tra le persone, così da ostacolare la trasmissione comunitaria del virus. Le emozioni che si riscontrano quasi nell’immediatezza sono uno sviluppo eccessivo di rabbia che può portare troppo spesso anche al suicidio, ma anche senza arrivare a questi estremi sono tante le difficoltà psicologiche nell’affrontare la quarantena, ad esempio si sono moltiplicate le cause di separazione perché molti rapporti coniugali sono entrati in crisi proprio a causa di questa lunga convivenza forzata.
Gli esperti che hanno studiato gli effetti della quarantena in situazioni precedenti rilevano soprattutto disturbi di stress, stati d’ansia alterati e insonnia. Da non sottovalutare sono anche i disturbi alimentari: si tende a mangiare smisuratamente per colmare lo stress con conseguenti sensi di colpa che possono portare a patologie più serie.
Fondamentale è l’aiuto che deve arrivare dall’esterno, notizie chiare così da limitare la sensazione della paura del “non sapere” assicurandosi di non angosciare le persone che ascoltano, la garanzia di poter avere un sereno accesso ai beni primari e la possibilità di poter condividere tramite la tecnologia questo stato comune, cercando di limitare lo stress post traumatico.

Giulia Degli Onofri 3E