Lo stato della gravidanza è uno stato particolare e delicato durante il quale è consigliabile non utilizzare nessun tipo di sostanza nociva e interrompere attività dannose per il feto.
Spesso la sostanza nociva a cui è più sottoposto l’embrione è proprio il fumo da tabacco, sia passivo sia attivo. Molte donne ne sono dipendenti tanto che non riescono a smettere nemmeno nei nove mesi di gravidanza e in questo modo espongono il loro embrione a rischi maggiori attraverso le sostanze che compongono le sigarette, tra cui nicotina e una serie di composti cancerogeni. Per questi motivi le donne che fumano sono esposte a maggior rischio di poter abortire spontaneamente, di partorire un figlio di peso inferiore o con un tasso di mortalità dopo la nascita più alto rispetto alle madri non fumatrici.
Questo è stato affermato da delle prove di alcuni studi scientifici sul Halsana che dispongono di bambini nati da madri fumatrici con problemi intellettivi, comportamentali e con sintomi come battito cardiaco accelerato e agitazione eccesiva.
Tutto ciò è stato scoperto dopo aver rilevato, nel sangue di neonati di donne che fumano, l’esistenza di sostanze cancerogene che provocano mutazioni al DNA.
I problemi però non si hanno solo durante il periodo di gravidanza: una donna fumatrice secondo alcuni studi dell’Università di Copenaghen ha ridotto le possibilità di rimanere incinta del 30 per cento.
Il fumo come è ben noto mette a rischio anche il momento del parto, rendendolo più complicato.
Secondo un altro studio, precisamente quello dell’Università di Nottingham, i figli di una donna fumatrice sono più sottoposti all’asma.
Ovviamente il problema non si pone solo se la madre è fumatrice ma anche nei papà attraverso il fumo passivo che a volte può essere anche più nocivo.
Quindi in conclusione possiamo dedurre che all’arrivo di un bebè è meglio riporre ogni tipo di sigaretta!
Elisa Padovani 3E