La guerra in Vietnam nel cinema

La guerra del Vietnam, combattuta dal 1955 al 1975, fu uno dei conflitti più lunghi e devastanti dopo le guerre mondiali. Nel conflitto si scontrarono le forze filocomuniste del nord e la Repubblica del Vietnam del sud, sostenuta dagli Stati Uniti, che ben presto furono pienamente coinvolti nelle operazioni belliche. Per l’enorme impatto mediatico (fu la prima guerra trasmessa dalla TV) e sociale, la guerra del Vietnam è stata trattata spesso nella cinematografia . In particolare sono quattro i film che hanno descritto meglio questo conflitto:

“Il Cacciatore” (“The deer hunter” in lingua originale) è un film del 1978 diretto da Michael Cimino, con Robert De Niro e Christopher Walken. Il film, diviso in 3 atti, descrive gli effetti della guerra su un gruppo di ragazzi americani con la comune passione della caccia al cervo. Ritenuto uno dei maggiori capolavori della storia del cinema, la pellicola denuncia la crudeltà e l’inutilità della guerra e la trama funge da esempio “universale” per tutte le generazioni coinvolte e distrutte da essa.

“Full Metal Jacket” è una pellicola diretta da Stanley Kubrick nel 1987. Il film è diviso in 2 parti: nella prima si assiste al duro addestramento dei marines prima di andare sul campo di battaglia, il secondo è ambientato in Vietnam. Mostrando la follia di alcuni soldati, a volte anche con battute umoristiche, il film fa vedere nel primo atto l’annientamento dell’individuo, con un totale appiattimento dei singoli, e nel secondo l’agire di squadra e l’integrarsi in contesti collettivi dove si percepisce l’assurdità dell’uccidere solo perché si è ordinati di farlo.

“Platoon” è un film del 1986 diretto da Oliver Stone con Willem Dafoe e Charlie Sheen. La trama racconta le crudeltà a cui deve assistere un giovane volontario, in un plotone al centro di divergenze tra due sergenti. E’ considerato fra le pellicole più rappresentative del conflitto nel Sudest asiatico, in quanto il regista è egli stesso un veterano del Vietnam: vengono affrontati moltissimi temi, primo fra tutti la disumanizzazione fra alleato e nemico ma anche all’interno del plotone stesso.

“Apocalypse Now”, diretto nel 1979 da Francis Ford Coppola, con Martin Sheen e Marlon Brando, è uno dei maggiori esponenti del genere. La trama segue la vicenda del capitano Willard, inviato ad assassinare un colonnello divenuto folle, raggiungendolo con la risalita del fiume Nung. Nel film viene esplorata la mente umana: il fiume può rappresentare la follia stessa, con un viaggio che ha come partenza la razionalità del bene e come meta il caos della pazzia; tuttavia, percorrendo il fiume, i due aspetti diventano sempre più ambigui fino a non riconoscere più le differenze fra bene e male, follia e razionalità, con l’orrore della guerra nel mezzo.

In queste pellicole la guerra viene trattata con un approccio diametralmente opposto alla maggioranza dei film bellici precedenti: se prima veniva esaltata la guerra come atto di eroismo, dopo lo scontro in Vietnam venne dipinta la guerra per com’è veramente, rappresentando l’orrore causato dalla stupidità umana.

Lorenzo Saia, III B