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Lombardia, cinema e teatri ancora chiusi al pubblico: cosa cambia un anno dopo

Si spera in un passo avanti per il mondo della cultura: ecco cosa propone la Regione  per una futura e completa riapertura in sicurezza.

A poche settimane dal ritorno in classe degli studenti lombardi sembrava auspicabile la riapertura di cinema e teatri: un’ipotesi che ad oggi non si è avverata.

La richiesta di Regione Lombardia in proposito, firmata dall’assessore alla cultura Stefano Galli e dall’assessora al welfare Letizia Moratti, è esposta in una lettera inviata al Governo nei primi giorni di febbraio: si intende ridare respiro a uno dei settori più penalizzati dal Covid-19. Tra le motivazioni, ci sarebbero la necessità di una ripresa economica e il bisogno di garantire ai cittadini il diritto a cultura e momenti di svago.

Ma la lettera conteneva anche la richiesta di riapertura dei musei. Auspicio, questo, che ha incontrato la direzione del governo: musei aperti, quindi, dal martedì al venerdì, previa la messa in atto tutte le misure di contenimento del virus (tra le quali è prevista una chiusura alle 22, con l’obiettivo di rispettare l’orario di coprifuoco).

L’ingresso in zona non placa le polemiche e le richieste nemmeno nell’ambito della ristorazione, per il quale il presidente lombardo Attilio Fontana sta chiedendo il prolungamento dell’apertura dei ristoranti fino alle 22:00.

La riapertura costituirebbe un traguardo sentito per tutte le attività che stanno facendo i conti con i danni economici della chiusura forzata. 

Proprio su questa scia sono nate le numerose proteste da parte delle associazioni del settore. Già prima del lock-down imposto dal 26 ottobre le polemiche erano parecchie. La chiusura dei cinema era stata osteggiata anche tramite lettere dirette all’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.  Tra i tanti malumori sono spiccati quelli di Associazioni come 100 autori e l’AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo), sicure che i luoghi di spettacolo non favoriscano il contagio e che siano più sicuri di altri spazi di aggregazione sociale. Le contrarietà dei dirigenti di cinema e teatri riguardano soprattutto la scarsa attenzione dimostrata dallo Stato nei confronti delle loro attività.

La speranza è che i tanti attori, musicisti e lavoratori rimasti disoccupati possano tornare al più presto a vivere della propria arte. Per ora i dati del contagio sembrano stabili e si spera in un ritorno alla normalità il più velocemente possibile.

FONTI:

https://www.milanotoday.it/attualita/coronavirus/teatri-cinema-aperti-quando.html

https://www.cinematografo.it/news/chiusura-cinema-le-proteste-delle-associazioni/

Sofia Borla, 3A classico