L’uomo con il sangue verde. La storia

Nell’ottobre del 2005, mentre un uomo veniva operato al St. Paul’s Hospital, in Canada, i chirurghi si accorsero che perdeva sangue di un colore verdastro. Solo in seguito scoprirono che questo strano colorito era dovuto all’eccessiva assunzione di un farmaco che il paziente prendeva per l’emicrania.
Quest’uomo di circa 42 anni era un fumatore, soffriva spesso di emicrania e stava assumendo diversi farmaci come il sumatriptan, il diclofenac e lo zopiclone per diversi mesi. Si era presentato al St. Paul’s Hospital a causa dello sviluppo di una sindrome compartimentale localizzata nei tessuti o nervi, dovuta al flusso sanguigno limitato, in entrambe le gambe. Era necessaria una procedura di salvataggio degli arti per alleviare la pressione ed era stato sottoposto ad un test di emergenza, dal quale era risultato leggermente tachicardico, ma con una pressione sanguigna normale.
In sala operatoria, diversi tentativi di inserire un catetere arterioso radiale hanno provocato la fuoriuscita di sangue nero-verdastro, mandato subito ad analizzare.
Come causa del colorito del sangue si pensò alla solfoemoglobina, una rara condizione in cui un atomo di zolfo viene incorporata nella molecola di emoglobina, legame che genera un pigmento verdastro incapace di tornare nella condizione iniziale e trasportare l’ossigeno, che può essere causato da farmaci. Il paziente aveva, infatti, assunto forti dosi giornaliere di un medicinale a base di sumatriptan pari a 200 milligrammi.
I dottori avevano affermato che comunque la solfoemoglobina si risolve generalmente con il turnover dei globuli rossi e, soltanto nei casi gravi, poteva essere necessaria la trasfusione.
L’operazione è in ogni caso andata a buon fine e, dopo circa cinque settimane, il sangue è tornato al suo colore normale, finito l’effetto del farmaco.

Barcelli Giorgia, III B Liceo