Profiling 11 non ci sarà, ecco perché

Sono bastate poche parole per rovinare il giorno di San Valentino a molti amanti del mondo dei thriller polizieschi: ebbene sì, Profiling, il crime francese diffuso dal canale TF1, ha ufficialmente raggiunto il capolinea. Come ha annunciato sul suo profilo Twitter l’attore coprotagonista Philippe Bas, “La pagina si è girata.. È stata una meravigliosa avventura che mi ha portato ben più di quanto mi sarei immaginato. Grazie, grazie, grazie… A voi, a tutta la troupe, e a tutti coloro che hanno partecipato a questa avventura. A presto”. Una notizia improvvisa e inattesa, che molti non avrebbero mai voluto ricevere.

La serie, trasmessa dal 2009, vedeva inizialmente come protagonista Chloé Saint-Laurent (Odile Vuillemin), psicologa schizofrenica collaboratrice della polizia, assistita dai commissari Matthieu Pérac (Guillaume Cramoisan) e Thomas Rocher (Philippe Bas). Nel corso degli anni, diversi cambi di protagonista hanno permesso un continuo cambio di atmosfera nella serie: nel 2016 Chloé ha lasciato il posto ad Adèle Delettre (Juliette Roudet), giovane criminologa reduce da anni di prigionia insieme alla sorella gemella Camille e apparsa per tre anni come personaggio ricorrente; più recentemente, nel finale della nona stagione, Adèle è stata accoltellata in una rissa ed è stato lasciato intendere un possibile ritorno del personaggio in una scena a metà tra il sogno e la realtà, studiata appositamente per permettere allo spettatore di sperare in un comeback del personaggio al momento opportuno.

Arriviamo così alla decima stagione, trasmessa nel 2020, che vedeva una marea di cambiamenti. In primis, assistiamo all’arrivo di Élisa Bergman (Tamara Marthe, in arte Shy’m), nipote del commissario Grégoire Lamarck (Jean-Michel Martial) che in passato ha avuto diversi problemi con la giustizia. Un cambio di protagonista studiato poco a fondo, a differenza di come era avvenuto per il passaggio Vuillemin-Roudet, che ha gravato non poco sulle condizioni dello show: se molti avevano accettato l’addio all’eccentrica Saint-Laurent delle prime stagioni e accolto tranquillamente la sua succeditrice, Profiling ha perso molta della sua popolarità per il personaggio interpretato dalla cantante Shy’m, ‘colpevole’ di aver cambiato completamente le tinte della serie televisiva.

Ma la decima stagione non è stata caratterizzata solo da un nuovo volto: purtroppo, il 17 ottobre 2019 ci ha lasciato Jean-Michel Martial, morto di malattia a 67 anni. Nonostante l’improvvisa scomparsa dell’interprete, i direttori artistici non si sono persi d’animo e con un po’ d’ingegno sono riusciti a far morire anche il personaggio nel finale di stagione, “Requiem”, in seguito a un’esplosione all’interno del distretto di polizia. Un episodio che raccoglie il tema natalizio del precedente “Tossico” per raccontare la storia di Élisa e della sua famiglia. La suspance è stata mozzafiato: non solo abbiamo perso un personaggio paterno all’interno della serie, per tanti quasi insostituibile, ma molti fan hanno anche intravisto in questa morte il possibile ritorno di Chloé per i funerali dell’uomo che l’aveva presa sotto la sua protezione dopo la presunta morte della madre.

Purtroppo il 2020 è stato caratterizzato dalla pandemia: stop alle riprese, stop alle nuove uscite; il mondo della televisione è stato costretto a un’improvvisa pausa. Molti amanti del crime si sono spaventati quando diversi programmi hanno ripreso a girare, in seguito all’estate, ma sono rimasti fedeli fino a quando, il giorno di San Valentino, la notizia non è arrivata direttamente dal coprotagonista. Sperare ormai è inutile, Profiling ha perso la popolarità dei primi anni e le sue atmosfere originali, la simpatia di Chloé alle prese con i problemi che comporta l’essere una madre schizofrenica nell mondo del crimine, le complicate relazioni tra il tenente Hippolyte de Courtène (Raphael Ferret) e la famiglia Kancel, con Fred (Vanessa Valence), poi, alla morte di lei, Emma Tomasi (Sophie de Fürst), sua figlia, e, infine, Jessica (Diane Dassigny), sorella di Fred, la contorta storia delle gemelle Delettre, separate da un rapimento che ha portato alla morte di Camille, la comicità della “Doc” Bérénice (Valérie Dashwood) che portava vita nell’Istituto di Medicina Legale, le tristi scene tra Rocher e il figlio Lucas Rocher (Nathan Georgelin e poi Thomas Goldberg).

Insomma, con il tempo la serie ha perso quell’atmosfera familiare, calda e unica che le permetteva di sfiorare i più importanti temi della psicologia criminale con una nota di umorismo, risultando piacevole sia per gli spettatori più giovani che per quelli ben oltre l’età minima. Quindi, a meno che i produttori non stiano pensando a un futuro reboot, quando potranno permettersi di provare a portare nuovi colori nel mondo di Profiling, la Francia ha appena perso uno dei suoi cavalli di battaglia.

Alessandro Mazzoni, IIIAC