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Eurovision song contest: storia dell’Europa attraverso la musica (ita+eng)

Europa, anni ‘50: l’intero continente si sta riprendendo dagli effetti della Seconda Guerra Mondiale, il cui ricordo è ancora vivido nelle menti di tutti. L’epoca di conflitti sanguinari è finalmente finita e, per evitare che qualcosa di simile accada di nuovo, è chiaro a tutti che sono necessarie cooperazione e unità internazionali, sia a livello politico che sociale; è così che nasce l’idea di una competizione musicale internazionale, dalle menti di Sergio Pugliese e Marcel Bezençon, che presero ispirazione nientemeno che da Sanremo.

Fu così che la prima manifestazione si tenne il 24 Maggio 1956, a Lugano. Vi parteciparono sette cantanti sotto altrettante bandiere, ciascuno dei quali si esibì con due canzoni. La prima storica vincitrice fu Lys Assia con la sua Refrain, rappresentante proprio del Paese ospitante, la Svizzera. La rassegna ebbe un tale successo da essere riproposta l’anno seguente, a Francoforte sul Meno, e da allora è diventata un appuntamento annuale fisso per milioni di telespettatori in tutto il mondo: si tratta della più longeva competizione musicale internazionale e addirittura del programma non sportivo più seguito al mondo.

Nel corso degli anni vi hanno partecipato alcuni fra i volti più famosi della musica europea, da Céline Dion a Olivia Newton John, dagli ABBA a Domenico Modugno, con Volare. Nel 1961, dopo solo cinque anni, la lista dei Paesi partecipanti era più che raddoppiata e, nonostante la sempre crescente popolarità del contest, iniziarono a verificarsi le prime controversie. Nel 1968, la Spagna ottenne la sua prima vittoria con un solo punto di vantaggio dal Regno Unito; secondo un documentario rilasciato in Spagna nel 2008, la votazione sarebbe stata truccata nientemeno che su volontà del dittatore Francisco Franco, nel tentativo di rinforzare lo spirito nazionalista del paese che andava scemando ormai da tempo.

L’edizione seguente, ospitata al Teatro Real di Madrid, fu una delle più controverse di sempre. Innanzitutto, l’Austria si ritirò dalla competizione come gesto politico contro la dittatura di Franco; la sera della rassegna, dopo una tesissima votazione per decretare il vincitore, ben quattro Paesi si ritrovarono al primo posto con lo stesso numero di punti: dal momento che non era stata formulata nessuna regola per lo spareggio, tutti e quattro furono dichiarati vincitori. L’anno seguente, per protesta, Finlandia, Svezia, Norvegia e Portogallo si ritirarono, portando il numero di partecipanti a 12, il più basso degli ultimi dieci anni. Quello stesso anno, l’Irlanda si aggiudicò il trofeo per la prima volta, ma di certo non l’ultima: il paese ha raggiunto il primo posto in ben sette occasioni, più di qualunque altro partecipante. A questo record si avvicina solamente la Svezia, con le sue sei vittorie: di queste la prima fu nel 1974, con la hit Waterloo degli ABBA, ancora oggi considerata una delle più grandi canzoni eurovisive di sempre.

L’Italia, che ha (quasi) sempre scelto i vincitori del festival di Sanremo come rappresentanti, ha riportato finora solo due vittorie, nel 1964 con Gigliola Cinquetti e nel 1990 con Toto Cutugno. Nel 1997 i Jalisse con Fiumi di parole erano considerati i favoriti per la vittoria fino alla serata finale, ma arrivarono ‘solamente’ quarti. L’episodio, molto simile anche a ciò che era successo già nel 1993, suscitò diverse accuse contro la RAI, mai provate né smentite, da chi sosteneva che l’emittente avrebbe commesso un sabotaggio per evitare di vincere e, quindi, di dover ospitare la manifestazione successiva. In seguito a questo scandalo, l’Italia si ritirò dalla competizione nel 1998 e non vi tornò fino al 2011.

Nel campo dell’Eurovision, gli scandali non sono sicuramente poco familiari, ma non si tratta solo di controversie interne: molti di essi sono soprattutto legati a tensioni politiche internazionali. Un primo esempio è la grande rivalità fra Grecia e Turchia: la prima debuttò nel 1974, ma già l’anno dopo si ritirò per via del debutto turco, in segno di protesta contro la loro occupazione di Cipro. La nazione ellenica ritornò nel 1976, con la canzone Panagia mou, panagia mou, il cui testo aveva numerosi riferimenti politici; questa volta fu la Turchia a ritirarsi, criticando il messaggio della canzone: l’emittente locale trasmise comunque la competizione, ma censurò l’esibizione greca sostituendola con un canto tradizionale turco dal messaggio fortemente nazionalista.

La censura di una o più parti della trasmissione è in seguito diventata fortemente proibita, pena l’esclusione dall’Unione Europea di Radiodiffusione e quindi l’impossibilità di trasmettere il programma. Problemi di questo genere non mancano nemmeno nell’Europa dell’est, specialmente fra le nazioni dell’ex Unione Sovietica. Uno dei casi più recenti risale al 2016: la canzone ucraina vincitrice, “1944”, ispirata alle deportazioni della seconda guerra mondiale, è stata accusata di avere un messaggio politico, quindi contro le regole, contro l’occupazione russa della Crimea: la Russia stessa fu costretta ad abbandonare la competizione l’anno seguente, a causa del divieto di viaggio in Ucraina per i cantanti che si erano esibiti in Crimea dopo la sua occupazione nel 2014: nella categoria rientrava anche l’artista che era stata selezionata dalla Russia, Julija Samojlova.

Ci sono innumerevoli altri casi di controversie e scandali politici che mostrano come l’Eurovision song contest sia politics-free solamente in teoria: nonostante i grandi sforzi per mantenere la competizione il più neutrale possibile, le situazioni socio-politiche europee si sono sempre riflesse nel mondo della musica e dello spettacolo, impedirlo è sempre stato inefficace e forse continuerà ad esserlo per sempre. 

Eurovision song contest: a history of Europe through music

In the fifties, the whole continent of Europe was still healing from the atrocities of World War II, whose memory was still vivid in everyone’s minds. A decade of deadly conflicts is over, and to avoid something similar to happen again, it is clear that international unity and cooperation are needed, both on a political and social level; this is the realisation that brought the idea of an international musical competition to the minds of Sergio Pugliese and Marcel Bezençon, taking inspiration from Sanremo. This is how the first edition of the Eurovision Song Contest came to be, on the 24th of May, in Lugano. Seven singers from seven different countries, performing two songs each: the first historical winner was Lys Assia with the iconic Refrain, performing for the hosting country Switzerland. The show had such a big success, it was held again the following year, in Frankfurt, and it has made its yearly comeback every may since then: it has now gained worldwide recognition, being the longest running international competition ever, and the most followed non-sportive tv show. During the years, some of the most well-known musical stars have taken part: from Céline Dion to Olivia Newton-John, from ABBA to Domenico Modugno, with the iconic Volare. In 1961, after just five years, the list of participants had already more than doubled; following the contest’s growing popularity, the first controversies started to arise. In 1968, Spain obtained their first victory, just one point ahead of the runner-up, the UK; according to a spanish documentary released in 2008, the results of the voting would have been rigged by decision of the dictator Francisco Franco himself, in hope to keep up the fading spanish nationalism. The following edition, held in the Madrid Royal Theater, is known to be one of, if not the, most controversial ever. First of all, Austria withdrew from the competition, as a form of protest against Franco’s dictatorship. On the  night of the final, after a tense voting session to decide the winner, four countries found themself in first place with the same amount of points. Since there still wasn’t a tie-breaking rule, all four of them were declared as joint winners. The following year, as a sign of protest, Sweden, Finland, Norway and Portugal withdrew, thus taking the amount of participants to 12, the lowest it had been in the last ten years. That same year, Ireland gained their first victory, and definitely not the last: the country has won seven times so far, more than any other participant. Only Sweden comes close to the record: their first time to win was in 1974 with the worldwide famous Waterloo, still considered one of the biggest Eurovision hits to this day. Italy, who (almost) always chooses their representative through the Sanremo festival, has only won twice: in 1964 with Gigliola Cinquetti and in 1990 with Toto Cutugno. In 1997, the favorites for the win were the italian duo Jalisse with Fiumi di parole but in the end they “only” came fourth. After this episode, similarly to what already happened in 1993, many accused RAI of rigging the results, so they wouldn’t have to host the following edition of the contest in case of victory. Following this scandal, Italy withdrew from the contest: they didn’t come back until 2011. In the Eurovision world, scandals aren’t definitely something rare, and they’re often more than just internal controversies: a lot of them are related to international political tensions. An example of this could be the great rivalry between Greece and Turkey: Greece made its debut in 1974, but right after one year they withdrew, on occasion of Turkey’s debut, as a sign of protest against their invasion of Cyprus. The hellenic country came back again, with the song Panagia mou, panagia mou, whose lyrics had clear political references: this time it was Turkey who withdrew, criticizing the song’s message. The local broadcaster still transmitted the show, censoring the greek entry with a turkish nationalistic traditional song. Later, censorship of the show of any kind was and has been strictly prohibited, any transgression would result in the broadcaster being expelled from the European Broadcasting Union, with the subsequent impossibility of transmitting the show. Because of this rule, in 2005, Lebanon couldn’t make its debut in the contest: they legally would have had to censor the israeli performance. One of the most recent and well-known international controversies happened in 2016: the winning ukrainian entry “1944”, inspired by deportations happened during world war two, was accused of having political references to the Crimean war started in 2014. Despite this, the contest still took place in Kyiv the following year, and Russia had to withdraw for the first time: the singer they had chosen, Julija Samojlova, wasn’t legally allowed to enter Ukraine, since she had performed in Crimea after its occupation by Russia. There have been numerous other cases of similar controversies, showing how Eurovision isn’t the politics-free contest it aims to be: despite efforts to keep politics out of it, the show has always been a mirror of Europe’s social and political situation. The global environment always influenced the music world, trying to avoid it has always been unsuccessful, and it may always be.

Fonti:

https://it.wikipedia.org/wiki/Italia_all%27Eurovision_Song_Contesthttps://en.wikipedia.org/wiki/Eurovision_Song_Contesthttps://en.wikipedia.org/wiki/History_of_the_Eurovision_Song_Contesthttps://en.wikipedia.org/wiki/Turkey_in_the_Eurovision_Song_Contesthttps://en.wikipedia.org/wiki/Sweden_in_the_Eurovision_Song_Contest

di Simone Moiser, 3B