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Gregor Mendel: la sua importanza e la formulazione delle sue tre leggi

Fu un monaco agostiniano vissuto nell’ 1800 con una buona preparazione scientifica e in contatto con alcuni dei più importanti biologi dell’epoca.

Prima dei suoi studi era in voga la teoria della mescolanza dei caratteri riguardo l’ereditarietà dei caratteri che si basava su due presupposti fondamentali, il primo confermato da Mendel, il secondo smentito: i due genitori danno uguale contributo alle caratteristiche dei figli, nei figli i caratteri ereditari si mescolano.

Durante i suoi studi introdusse un nuovo metodo scientifico oggettivo basato su precise regole

Nei primi esperimenti di genetica utilizzò piante di pisello odoroso. Sicuramente la scelta non fu casuale. Il pisello infatti è semplice da coltivare, si riproduce velocemente, la riproduzione può avvenire per autoimpollinazione o per impollinazione incrociata, vi sono diverse varietà con caratteri distinguibili.

Mendel inoltre utilizzò piante di ceppo puro, cioè piante che generano nuove piante identiche a quelle da cui derivano.

Individuò quindi la presenza di tre generazioni: la generazione P, o parentale, la generazione F1, prima generazione filiale e la generazione F2, seconda generazione filiale.

Distinse i caratteri in

dominanti, cioè che compaiono in F1

recessivi, cioè che rimangono nascosti in F1

Dopo anni di duro lavoro, Mendel formulò le sue tre leggi note come “le leggi di Mendel”.

DALL’INCROCIO TRA INDIVIDUI CON VARIANTI DIVERSE DI UNA STESSO CARATTERE, CIASCUN GENITORE TRASMETTE UNA VARIANTE MA SOLTANTO QUELLA DOMINANTE SI MANIFESTA NEL FIGLIO

Successivamente Mendel intuì che i caratteri recessivi “scomparivano” e poi “ricomparivano” in F2 nel rapporto di 3:1

Chiamò “carattere” il gene e “allele” la variante di quel gene. Gli alleli per convenzione vengono rappresentati con lettere, maiuscole per i caratteri dominanti, minuscole per quelli recessivi)

Per ciascun gene, ciascun individuo possiede due alleli. Se i due alleli sono uguali l’individuo è omozigote, al contrario, se i due alleli sono diversi, l’individuo è eterozigote.

Dall’autoimpollinazione delle piante F1 deriva una seconda generazione F2 in cui si manifestano sia il carattere dominante sia quello recessivo, in un rapporto 3:1.

La qui la seconda legge di Mendel, la legge della segregazione.

NELLA DISCENDENZA DELLE PIANTE CHE DERIVANO DALL’INCROCIO DI CEPPI PURI, LE VARIANTI RECESSIVE SI MANIFESTANO NEL 25 % DEI CASI

Mendel introdusse il concetto di genotipo (insieme dei geni) e fenotipo (manifestazione osservabile dei geni).

Negli ultimi anni della sua vita, formulò la sua terza e ultima legge, quella dell’assortimento indipendente.

Mendel esaminò i caratteri “colore del seme” e “tipologia di buccia” e osservò che i due caratteri vengono trasmessi alla prole in modo indipendente gli uni dagli altri. Dall’incrocio di linee pure con semi gialli-lisci e verdi-rugosi si ottengono tutti semi gialli e lisci ma, nella seconda generazione filiale (F2), ottenuta per autoimpollinazione, compaiono quattro tipi di piante diverse in un preciso rapporto numerico, dovuto a tutte le possibili combinazioni (9:3:3:1). I diversi caratteri pertanto si assortiscono in modo indipendente.

I DIVERSI CARATTERI EREDITATI SONO TRASMESSI ALLA DISCENDENZA IN MODO INDIPENDENTE GLI UNI DAGLI ALTRI.

Le deduzioni di Mendel furono di un’importanza straordinaria, tanto che tuttora è considerato il padre della genetica.

Nicole Valgoi 3AL