Lo sport non discrimina, unisce

 

Ogni giorno sentiamo parlare di episodi di razzismo, di personediscriminate   per il colore della loro pelle. Il mondo sportivo non è sempre stato coinvolto in queste spiacevoli situazioni. Nell’antica Grecia, infatti, il momento delle Olimpiadi, rappresentava una tregua da qualsiasi conflitto, dove tutti i greci si radunavano per dare il meglio di se stessi e ottenere gloria, ma non superiorità! 

Tutto è iniziato a cambiare dal XIX secolo, perché il pensiero della superiorità razziale dei bianchi era riuscita a integrarsi anche in un ambito così puro come lo sport, con motivazioni politiche e sociali. Tantissimi sono stati in seguito gli episodi di razzismo, basti pensare all’orribile piano di Hitler con l’intenzione di valorizzare la superiorità Germanica nelle Olimpiadi di Berlino del 1936.

Allo stesso modo, moltissime sono state le dimostrazioni dell’erroneità di questi pregiudizi da uomini presi in causa in prima persona. Quello stesso anno, infatti, i piani del Fùhrer furono distrutti da Jesse Owens, l’atleta afro-americano più veloce al mondo, che portò a casa quattro medaglie d’oro e il titolo di “emblema dell’anti-razzismo”.

In aggiunta a ciò, come dimenticare le famose Olimpiadi del 1968! Tommie Smith e John Carlos passarono alla storia per aver testimoniatocontro la discriminazione razziale ad un evento così importante, che li ha resi dei veri e propri paladini. 

Purtroppo, nonostante tali proteste, a cui se ne aggiunsero altre centinaia, con il passare del tempo lo sport e il razzismo non hanno mai smesso di incrociarsi, e il loro binomio è a dir poco pericoloso!

Si è notato tuttavia, che il tutto parte soprattuttodagli spettatori, che con semplici cori per tifare la propria nazione, intimoriscono e provocando disagio verso gli avversari, tra cui vi sono atleti di colore, discriminati anche a partire da semplici frasi rimate.

Bisognerebbe rendere molto più severe le regole e punire con maggiore durezza gli episodi razzisti, perché non hanno nulla a che fare con il patto di fratellanza, uguaglianza e rispetto, che ogni atleta si presta a rispettare. 

Lo sport non é il luogo adatto per rivendicare le ostilità politiche e sociali che si hanno.

Lo sport ha il potere di emozionare, unire persone provenienti da tutto il mondo, di salvare persone…

Lo sport non ha colore!

Lo sport é più forte di qualsiasi tipo di discriminazione!

 

Gasparotti Alice, IVA Liceo classico Parentucelli-Arzelà