Ogni modella è perfetta così com’è

Candice Huffine, top model americana, éè famosa per essere stata la prima curvy ad apparire sul calendario Pirelli. Aveva solo 14 anni quando decise di diventare una modella, fu presa da un’agenzia di New York e iniziò con un semplice contratto per un catalogo tedesco, che allora le diede ancora poca pubblicità. Solo nel 2005, quando Elena Mirò la chiamò per la Milano fashion Week, conquistò gli occhi di tutti come modella curvy, creando man mano sempre più spazio a questa categoria. 

Fu la prima della sua categoria a posare con Adriana Lima, Natalia Vodianova e Isabella Fontana, dimostrando di essere a proprio agio e di avere una sicurezza tale da convincerla a firmare una capsule collection, ossia una collezione in edizione limitata di pochi abiti connessi tra loro da un tema, per un marchio fashion #LovedByCandice. Indirizzò questa serie di sette look a tutte le donne curvy, per esaltarne e valorizzarne la bellezza con abiti casual e sexy.

Candice, con la crescita, osservò il cambiamento del proprio corpo che assumeva forme e dimensioni diverse da quelle di altre sue colleghe modelle, nonostante il cibo sano e lo sport. Cercò fin da subito di spiegare che la sua bellezza non era “diversa“, anzi, che i corpi (ammirati da tutti quanti) delle donne rappresentate nei quadri dei musei, come Marylin Monroe, erano tutti curvy. Con il tempo, l’estetica del bello ha ristretto sempre di più la taglia, creando pregiudizi intollerabili, che hanno abbassato (e continuano ad abbassare) l’autostima femminile.

Proprio per questo Candice cerca di dare coraggio alle ragazze, spiegando loro che il suo atteggiamento positivo derivava dal grandissimo sostegno della madre, che l’ha sempre rassicurata di andare bene così e che le infondeva quella positività capace di farla sentire ogni giorno sempre più bella.

Ad oggi è strettamente necessario cambiare il concetto di bellezza che le persone hanno e che è legato agli standard creati per le modelle. Per fare ciò bisogna valorizzare le aspiranti a questo lavoro a prescindere dalla loro conformità allo standard della magrezza, così che ognuna possa trasformare questo sogno in realtà senza dover cambiare se stessa.

 

Gasparotti Alice, IV A Liceo classico Parentucelli-Arzelà, Sarzana