Scoperto a Tivoli il triclinium acquatico di Adriano

Di Beatrice Folini

A una sola settimana dalla riapertura di Villa Adriana a Tivoli, nel Lazio, un team di ricercatori spagnoli dell’Università Pablo de Olavide di Siviglia ha fatto una scoperta sensazionale: all’interno del sito sono stati rinvenuti i resti di un triclinium, ovvero di uno spazio in cui l’imperatore Adriano e sua moglie erano soliti pranzare. Ciò che rende il ritrovamento ancora più straordinario è l’originalità del suo assetto: il triclinium era infatti posto sopra una piattaforma rialzata in marmo; quest’ultima era circondata da un insieme di fontane e vasche, che davano all’imperatore e ai suoi convitati la sensazione di essere sospesi sull’acqua durante i banchetti. Il complesso e spettacolare insieme di elementi acquatici e vegetali aveva, oltre allo scopo ornamentale, anche la funzione di richiamare i paesaggi visti da Adriano durante i suoi viaggi in Egitto e in Bitinia, dove aveva incontrato per la prima volta l’amante Antinoo.

La scenografia e la grandiosità della costruzione simboleggiano la grandezza dell’imperatore, che aveva forse partecipato alla progettazione di quella che sarebbe divenuta la sua residenza. Villa Adriana, costruita all’incirca tra il 118 e i 138 d.C. ed estesa su un’area di 120 ettari, era composta da più edifici, come il Pecile, un quadriportico ispirato alla Stoà di Atene, il Canopo, un lungo canale seguito da colonne che culminava in una fontana e le terme. La costruzione più spettacolare era però il cosiddetto Teatro Marittimo, che costituiva il cuore della residenza: il raffinato complesso architettonico, il cui nome deriva dai fregi raffiguranti scene marine sulle trabeazioni, si trovava su un isolotto artificiale, nel cui centro era collocata una domus dalla pianta circolare, la vera e propria residenza dell’imperatore. Dopo la caduta dell’Impero, la villa alternò fasi di abbandono e di sfruttamento come cava di mattoni e di marmi. Dal Cinquecento fu oggetto di spoliazioni, come altre opere romane, da parte di papi e cardinali, che presero le statue per ornare le chiese e i loro palazzi.

Solo a fine Ottocento, quando la Villa divenne possedimento del Regno d’Italia, iniziarono le prime opere di restauro, tuttora in corso, seguite da una serie di scavi e di studi, volti a identificare la funzione delle varie strutture. Nel 1999 è diventata Patrimonio Mondiale dell’umanità, in quanto rappresenta una delle più importanti testimonianze dell’architettura romana, contiene i più grandi
capolavori di arte antica e ha influenzato numerosi artisti nel corso dei secoli. Oggi è uno dei siti più visitati in Italia, che stupisce ogni giorno migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo.