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Scuola, ipotesi prolungamento fino a fine giugno per recuperare. Ma recuperare cosa?

L’ipotesi di un prolungamento dell’attività scolastica per tutto il mese di giugno lascia molto perplessi. Dal punto di vista degli studenti può essere definita una mossa inconcepibile che non porterebbe ad alcun risultato. Dopo un lungo periodo in DAD (la didattica a distanza), molto stressante, un ulteriore aumento delle ore a scuola non solo sarebbe inefficace, ma anche controproducente. Una decisione che sembrerebbe presa senza tenere conto delle esigenze di chi coinvolge. Ma cosa ne pensano i professori di questa proposta? Di seguito l’intervista alla professoressa Carmen Licitra, docente di storia e filosofia presso il liceo “Piazzi-Lena Perpenti”.

E’ stata avanzata l’ipotesi di prolungare la scuola per tutto il mese di giugno oppure attraverso delle ore pomeridiane al fine di recuperare ciò che, per così dire, è stato perso nei precedenti mesi scolastici. Da insegnante cosa ne pensa lei?

Ho avuto modo di confrontarmi anche con altri colleghi, studenti e genitori. Innanzitutto è una brutta immagine che viene trasmessa della scuola a distanza, perché lascia intendere che in tutto questo tempo non si è fatto niente e bisogna recuperare, ma cosa bisogna recuperare? Per quanto riguarda la realtà della nostra scuola posso dire che abbiamo lavorato incessantemente, tant’è che non siamo in ritardo su niente e siamo riusciti ad ottemperare a quelli che in linea di massima sono i programmi. Secondariamente  mi sembra che circa quindici giorni in più, se si dovesse davvero prolungare il calendario scolastico, non cambierebbero la situazione, soprattutto calcolando che si è appunto in linea con quanto ci si era prefissati ad inizio anno. Tanto meno serve prolungare la scuola in un periodo in cui ci sono altre incombenze, come le scadenze di fine anno e l’inizio degli esami, che non dovrebbero trattenere ulteriormente gli alunni interessati quando sarebbe corretto che si preparassero per i test universitari o per l’università in generale. Dal momento che siamo tutti già provati da questa situazione alla quale hanno tenuto testa sia i docenti ma soprattutto gli studenti, in modo più che dignitoso, lavorando seriamente con responsabilità, questo prolungamento della scuola sarebbe veramente uno “sparare sulla Croce Rossa”. Come insegnante credo sia controproducente e trovo offensivo proporre agli insegnanti un extra lavoro dopo tutto quello che, a spese proprie, hanno fatto, assumendosi oneri di diverso tipo. Mi sembra anche molto poco dignitoso prendere certe iniziative senza consultare i diretti interessati a fronte di una categoria già trascurata. Perché se si devono destinare dei fondi per migliorare la scuola, allora bisognerebbe valorizzare la figura dell’insegnante anche dal punto di vista economico, perché non si può chiedere di fare gli straordinari a gratis, nessuno lavora a gratis…

Calcolando che gli investimenti maggiori degli ultimi tempi in ambito scolastico sono stati per i banchi a rotelle, tra l’altro utilizzati pochissimo…

Esatto, forse dovevano investirli per esempio nel rinnovo del contratto degli insegnanti, che è scaduto da più di dieci anni, perché se si vuole salvaguardare la professionalità allora…

A questo punto le chiederei una breve opinione sulla DAD, strumento ritenuto inefficace e attorno al quale gira tutta la questione che stiamo trattando.

La DAD è sicuramente un sistema alternativo di fare didattica a cui sicuramente non eravamo nè abituati nè preparati, alla quale però ci siamo adattati in tempi davvero notevoli. Abbiamo fatto fruttare questa modalità al meglio, rendendola il più funzionale possibile, scoprendo anche sistemi alternativi, affiancabili alla didattica tradizionale in tempi normali, ad esempio la registrazione di lezioni o il caricamento di materiale online, al fine di ampliare la proposta didattica, sempre sperando di ritornare ad una scuola in presenza, che sicuramente agevola notevolmente ogni tipo di attività.

Quindi il ritorno a scuola prolungato, dopo aver passato un periodo così lungo in DAD, che si può definire anche più stressante e per certi versi più impegnativo, vanifica e sminuisce il lavoro finora portato avanti e si rende anche controproducente.

Esatto, è una sintesi efficace di ciò che abbiamo approfondito. Io, parlando della mia scuola, penso che la serietà dimostrata sia da parte della dirigenza sia da parte del corpo dei docenti sia da parte degli studenti, che si sono comportati in modo molto maturo, dimostra  proprio che le persone che vogliono lavorare si sono da sempre rimboccate le maniche e adattate alla situazione. E i risultati sono evidenti. Inoltre, un altro problema, oltre a un dialogo che non c’è stato da parte di chi prende le decisioni con chi si trova in prima linea, è quello della generalizzazione di tutte le realtà, che sicuramente, al di là delle criticità che ci sono state ovunque, sono differenti l’una dall’altra. Se quindi ci dovessero essere degli interventi, dovrebbero essere molto mirati e lo Stato dovrebbe assumersi la responsabilità di non esser stato presente come supporto in molte situazioni. Se ci sono delle carenze non devono quindi essere associate alla scuola. Il modo per migliorare il sistema è fare critica, ma prima ancora autocritica e ognuno trovare i punti deboli dell’ingranaggio.

Riccardo Mufatti, 3B Cl