#mascherina1522: un hashtag per fermare la violenza

La famigerata pandemia di Sars-CoV-2 che imperversa in Italia da marzo 2020, ha creato situazioni complicate ed aria di tensione per tutti. Dai giovani in attesa di disposizioni, riguardo lo svolgimento della didattica, ai più anziani che non possono più incontrare figli e nipoti per ovvi motivi. Inizialmente, una delle lacune inesorabili di quest’isolamento è stata la poca accortezza verso le situazioni familiari o coniugali instabili e più “complicate”. Stare in quarantena può evitare il contagio, ma non libera dalla violenza.
Come può chiedere aiuto una donna in pericolo, reclusa in casa? In Spagna basta entrare in una qualsiasi farmacia e dire “mascherina 19”, in spagnolo “mascarilla 19”, per denunciare la violenza.
In Italia invece il codice è “#mascherina 1522”, campagna lanciata da “Staffetta Democratica” per aiutare le vittime di violenza durante l’emergenza coronavirus. É questo il grido di aiuto che sarà raccolto dalle farmacie e da qualsiasi presidio sanitario, facendo scattare l’intervento delle forze dell’ordine.


Questo codice non è casuale: 1522 è il numero del centro antiviolenza sempre attivo. La campagna di promozione del numero verde, messa in atto dal ministero per le Pari Opportunità e dall’ ex-ministra Elena Bonetti, è stata accompagnata inoltre da un’applicazione chiamata “1522 Anti Violenza e Stalking” predisposta dall’ ex-ministra degli interni Luciana Lamorgese e creata dall’Associazione Nazionale Volontarie Telefono Rosa. Anche chi non ha la possibilità di fare una telefonata di soccorso può mettersi in contatto e
messaggiare con gli operatori che, una volta chiarita la situazione e stimato il pericolo che corre la vittima, faranno scattare l’intervento delle forze dell’ordine.


Per garantire una maggiore chiarezza ed evitare incomprensioni, il ministero ha inoltre reso pubblico il testo del “Protocollo d’Intesa”, siglato il 1° aprile 2020, sulla diffusione del numero 1522, ricordando che “le farmacie non possono raccogliere denunce, ma l’iter per la denuncia è accompagnato dal numero 1522, sia per telefono che via app oppure, anche in pieno anonimato, dalla app YouPol del ministero dell’Interno”.

Testo e foto di Pierfrancesco Biondi-Ida Baratta III I