“MY PRONOUNS ARE”

Nel 2020 si è estesa a livello mondiale, una delle più belle e semplici forme di solidarietà e aiuto verso la comunità transgender e non-binary. Il modo in cui si svolge è talmente semplice che potrebbe far pensare che sia una sciocchezza, ma è tutt altro.

 

Negli ultimi mesi, se vi siete ritrovati a girare tra gli account social di sconosciuti o di amici su Twitter e Instagram, avrete notato che nella biografia di alcune persone, ovvero lo spazio dove il proprietario del profilo scrive di sé, di ciò che gli piace o ciò che lo rappresenta, delle siglette.

Queste siglette sono dei pronomi: “she/her”, “he/him”, “they/them” e vogliono dire a chi le legge “Ehi, questi sono i miei pronomi. Per favore usali quando interagisci con me”.

Il loro utilizzo fino al 2020 veniva impiegato solamente dalle persone transgender: coloro che non si sentono di appartenere al loro sesso biologico e che quindi si fanno riconoscere con quello opposto, e non-binary: persone che non si sentono di appartenere a nessuno dei due sessi e che quindi preferiscono non essere chiamate con pronomi come “lui” o “lei”, bensì con “loro”.

Vedendo però questi pronomi nella loro biografia, i transfobici tendevano ad insultare, attaccare o a chiamare appositamente quelle persone con i pronomi sbagliati, in modo da ferirle. Tutto ciò accade anche nella vita reale, quando molti si ostinano a riferirsi a una persona trans con il proprio deadname (nome di nascita con cui lui/lei non vuole più farsi chiamare) e con i pronomi del genere con cui non si riconoscono.

Per tale motivo la comunità trans ha chiesto alle persone cisgender, ovvero tutti quelli che si riconoscono nel proprio corpo e nel proprio genere, di iniziare a porre attenzione all’uso dei pronomi nel parlato e nello scritto, incentivandole anche a scriverli nelle proprie biografie social, affinché questa pratica risulti una cosa normale, qual è. In aggiunta, per evitare negli anni a seguire atti di transfobia, che possono provocare profonde ferite nell’animo di una persona che ha già avuto una lotta complessa con sé stessa, per accettarsi e farsi accettare da chi ama. 

«Quali pronomi devo inserire?» la risposta è semplice. 

Se vuoi che le persone si riferiscano a te in modo femminile devi utilizzare “she/her”, dall’inglese “she” sta per “lei/ella/essa” come soggetto e “her” per “lei/la/sua” come complemento oggetto, articolo, aggettivo e pronome possessivo.

Stessa valenza se vuoi che si riferiscano a te con il maschile, quindi “he/him”.

 

Cosa sono però “they/them”? Sono pronomi neutri e sono utilizzati dalle persone non-binary, quelle che non vogliono essere definite con le vocali a/o.

In un messaggio la pratica è semplice da mettere in atto, basta abituarsi e stare attenti a non fare errori, così da non mancare di rispetto a nessuno.

Se fai un complimento a una persona che si fa identificare con “they/them”, non scrivere “sei bella/o” ma “sei bell*”, “sei bellx” o “sei bell”. Altrimenti puoi sempre trovare delle varianti come “sei affascinante”.

Nella vita reale sarebbe difficile pronunciare “lxi” o “l*i” (= lei/lui), e dato che il significato letterario di “they/them” è “loro/essi”, bisogna dire “loro” e coniugare i verbi nonostante tutto al singolare, anche se può sembrar strano, ma la persona è sempre una.

Esempio: Loro sta mangiando la pasta. 

                Loro è elegante.

Se per sbaglio un giorno ti riferissi con i pronomi errati a una persona e lei te lo facesse notare, non prenderla a male e soprattutto non farci ironia. Scusati e ringrazial* di avertelo fatto notare, promettendo sia a lei che a te che la prossima volta starai più attento. Queste persone non ti vogliono correggere per cattiveria, né vogliono un semplice “scusa”, perché si sentirebbero il peso di averti fatto un torto. Vogliono solo stare bene con sé stess*. Sii gentile.

Questa usanza si sta piano piano allargando su scala mondiale. Poche ma grandi celebrità hanno già dato il loro sostegno: 

Nota d’appunto: Elliot Page è un attore americano, noto per film come “Juno”, “Inception” e “X-Men”.

A dicembre 2020 ha scritto un lungo post in cui ha annunciato che il suo nuovo nome è Elliot, poiché quello biologico era Ellen e ha chiesto al mondo, d’ora in avanti, di rivolgersi a lui con il pronome maschile o neutro.

Essere solidali verso una comunità non vuol dire farne parte. Chi ha i pronomi nella biografia non è detto che faccia parte della comunità LGBTQ+, per chi ancora lo considerasse un problema farne parte.

Inoltre sui social è solito usare nomignoli o nomi inventati, che non esprimono genere, e sapendoli si agevolerebbe la comunicazione con uno sconosciuto.

 

Dai una mano con queste piccole parole e permetterai felicità. 

 

Di Martina Campani