Recensione libri: “La felicità delle piccole cose”

Ricco di itinerari artistici parigini raggruppati in una mappa del tesoro, “La felicità delle piccole cose” è un romanzo scritto da Caroline Vermalle e pubblicato, nel 2014, da Feltrinelli. Caroline Vermalle nacque in Piccardia, in Francia, nel 1973.  Amante della scoperta e dei viaggi, girò il mondo con la sua famiglia per poi stabilirsi a Vendée e dedicarsi alla sua più grande passione: la scrittura.
Attraverso questo romanzo, l’autrice esprime una tematica già nota nella storia della letteratura e nell’arte: l’effimero, sintetizzabile con “Carpe diem”.

La trama si basa su una serie di itinerari preorganizzati da uno sconosciuto, Fabrice Nile, finalizzati a far cogliere al protagonista Frédéric la bellezza e l’importanza delle piccole cose, come è possibile comprendere dal titolo, e degli attimi fuggenti. Frédéric Solis è un avvocato parigino quarantenne di successo, amante dei quadri impressionisti, che vive agiatamente in un appartamento che domina Parigi. Nonostante abbia raggiunto molti obiettivi, Frédéric non sembra soddisfatto della sua vita, a causa della mancanza di una famiglia. Infatti, a seguito di un trauma subito durante l’infanzia, il protagonista decide di non avere figli, motivo dell’infelicità della compagna. Un giorno, però, la sua vita viene rivoluzionata per via di una strana eredità che riceve da uno sconosciuto. Da quel momento, Frédéric non riesce a distogliere l’attenzione dalla scatola che riceve, all’interno della quale trova quattro biglietti che sembrano avere un filo conduttore tra di loro: la pittura impressionista, in particolare quella di Monet. Tuttavia, più passa il tempo, più Frédéric non capisce quale sia il punto di arrivo e a cosa lo condurrà questa “caccia al tesoro” a Parigi e nei suoi dintorni.

Durante lo sviluppo della vicenda, il protagonista è supportato da personaggi secondari: la sua assistente Pétronille e altre figure che incontrerà nel corso dei viaggi.
Analizzando le varie tappe del viaggio, Éragny, Vétheuil, il giardino di Monet e il Musée d’Orsay, Frédéric crede di trovare un quadro impressionista, ma alla fine si accorgerà di aver ottenuto qualcosa di molto più prezioso.
A volte, a mio avviso, capita a tutti di essere come il protagonista, di essere di fretta o troppo concentrati sulla nostra realtà quotidiana, finendo per perdersi ciò che davvero ci rende felici. Per questo, è importante anche focalizzare la propria attenzione sui dettagli che possono colorare le nostre giornate. Inoltre, grazie ad un’accurata descrizione dei luoghi e degli ambienti, è possibile avere un’ampia prospettiva degli elementi spaziali, immaginando di trovarsi nei luoghi descritti. Tema caratteristico del romanzo è la bellezza e l’eleganza dell’inverno, molto amato sia dal protagonista, sia dagli artisti impressionisti che spesso ritraggono paesaggi invernali. In più, la concezione dell’autrice riguardo a questa stagione, espressa in una frase scritta sul retro di uno dei quattro biglietti, è alquanto insolita: “ricorda il grande amore che dentro di sé nascondeva l’inverno”. Con questa frase, la scrittrice fa riferimento ai quadri impressionisti che rappresentano tipicamente paesaggi invernali, dunque l’amore dei pittori verso l’inverno e i suoi magnifici paesaggi. Le altre tre frasi “Cogli al volo l’incanto del tuo piccolo lago o presto regnerai su un mare di fiori appassiti”, “La profonda quiete delle piccole cose” e “Una grande partenza verso nuove impressioni, segui il cammino dei rifiutati” sono degli indizi che aiuteranno il protagonista una volta arrivato nelle varie destinazioni e che fanno tutte riferimento al tema centrale del romanzo: l’arte impressionista.
In conclusione, consiglio sicuramente la lettura di questo libro, che ho trovato particolarmente suggestivo e di scorrevole lettura. Ma, soprattutto, di grande attualità, poiché la realtà di quest’ultimo anno ci spinge ad apprezzare le piccole cose, che molte volte non sono così ovvie, al contrario di come si potrebbe pensare.

Paul Gaugin, Garden under snow, 1879
Questo quadro di Paul Gaugin è un esempio di paesaggio invernale, attrazione per gli impressionisti e topos della corrente artistica, conservato nel Castello di Buda, a Budapest. Credo che questo dipinto possa sintetizzare l’idea della scrittrice, cogliere la felicità delle piccole cose, delle cose effimere.

Testo e foto di Massimo Cazzaniga, III C