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“Accontentarsi delle piccole cose”. Intervista a mia nonna

Mia nonna Maria Grazia ha 76 anni e la sua vita da raccontare.
Quando e dove sei nata?
“Sono nata a Roccella Jonica, in Calabria, il 20 luglio del 1945. Ma quando ero molto piccola, insieme alla mia famiglia, mi sono trasferita a Roma”.
Come era composta la tua famiglia? E che tipo di famiglia eravate?
“La mia famiglia era composta da mia mamma Virginia, mio papà Francesco, mio fratello Giuseppe e mia sorella Ivana. Mio papà, un uomo d’ altri tempi e mio punto di riferimento e mia mamma erano dei sarti. Quando i miei genitori erano assenti, ero io ad occuparmi dei miei fratelli. Le disponibilità economiche erano scarse e non ci si poteva permettere di comperare vestiti per ogni figlio che nasceva, così si passavano i vestiti dal più grande al più piccolo”.
Fino a quanti anni sei andata a scuola?
“Mi piaceva molto la scuola; la mia materia preferita era mitologia ma anche storia e letteratura però all’età di tredici anni terminata la terza media ho dovuto abbandonare gli studi ed aiutare i miei genitori”.
Con che mezzi di trasporto di spostavi?
“Ho usato soprattutto, l’ autobus ma anche la bicicletta che amavo particolarmente, perchè ero a contatto con la natura e mi tirava su il morale quando ero triste. All’ età di venti anni ho preso la patente ed ho iniziato ad usare la macchina”.
Qual’ è stato il tuo primo lavoro?
“All’ età di sedici anni ho studiato stenodattilografia e sono stata assunta in un’ azienda dove ero l’ unica donna. Mi trovavo molto bene, perchè i miei colleghi erano molto simpatici ed educati. A diciotto anni mi sono sposata e poco tempo dopo ho dovuto lasciare il lavoro, perchè avevo scoperto di essere rimasta incinta”.
Cosa pensi della vita di una volta e di quella di oggi?
“Se penso alla vita di una tempo penso solo a cose belle. Ai tempi, a causa dei pochi soldi, si valutava il prezzo di ogni cosa. La cosa più bella era quando si aspettava la domenica per andare in chiesa, i miei fratelli ed io avevamo dei vestiti appositi da utilizzare solo nei giorni più importanti ed io, anche se avevo un vestito semplice, mi sentivo una principessa. Oggi, invece, tutto questo non sarebbe più apprezzato, perchè voi giovani non vi accontentate più delle piccole cose”.
Che consiglio daresti, oggi, ai giovani?
“Vivere giorno per giorno e rispettarsi gli uni con gli altri. Inoltre direi di non dare tutto per scontato e di apprezzare anche le piccole cose”.
Come ti sei conosciuta con il nonno?
“Ho conosciuto tuo nonno ad una festa. Era la festa di un’ amica di mia sorella; io nn avevo molta voglia di andare, ero molto stanca a causa del lavoro, ma era un modo per divertirsi e staccare da una lunga giornata lavorativa. Arrivata alla festa, un ragazzo mi chiese di ballare, io accettai e da quel momento, non ci separammo più. Dopo tre anni di conoscenza, tuo nonno si presentò con dei bellissimi fiori e un anello e mi chiese di sposarlo. Tuo nonno ed io avevamo dieci anni di differenza, io ne avevo 18 e lui 28. Nonostante ciò, i miei genitori ci permisero di sposarci anche se io ero ancora minorenne. A quel tempo, si diventava maggiorenni all’ età di ventuno anni. Nonostante la differenza di età, siamo sempre stati bene insieme e quando tuo nonno è volato via, a causa del tumore, un pezzo di me se ne è andato via insieme a lui”.

Camilla Cappellacci, III E SU