• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Screening di massa a Vasto l’esperienza di alcuni studenti del Mattioli

Screening di massa a Vasto l’esperienza di alcuni studenti del Mattioli

Nei giorni 6, 13 e 14 febbraio si sono svolte a Vasto tre giornate di screening di massa per il Covid-19.

Alcuni studenti del Polo Liceale Mattioli sono stati coinvolti attivamente come volontari contribuendo, nelle postazioni di accettazione, alla registrazione di tutti i cittadini intenti a sottoporsi al tampone rapido.

Ma cosa ha spinto questi ragazzi ad aderire all’evento? Cosa hanno imparato?

“Avendo preso parte alle giornate di screening – afferma Martina Vicoli – posso assicurare di aver vissuto  una delle esperienze più belle e formative mai sperimentate. Appena ho letto la circolare della scuola, che chiedeva ai ragazzi del quinto anno di offrirsi come volontari, ho subito voluto cogliere l’occasione. In futuro vorrei dedicarmi ad una professione in ambito sanitario e ho pensato questo potesse essere un buon modo per conciliare il mio interesse con l’essere d’aiuto alla mia città. Parlando con i miei compagni, che hanno vissuto la mia stessa esperienza, sono emersi diversi punti di vista riguardo le motivazioni che ci hanno spinto a partecipare, ma tutti accomunati da una profonda voglia di fare qualcosa per gli altri”.

“Ero stanca  – dice Sofia Bolognese – di stare semplicemente a guardare chi si sta sacrificando in questo periodo, senza fare nulla, stando a casa a lamentarmi del contesto. Sono dell’opinione che, se si può fare qualcosa per migliorare concretamente la situazione, sia bene farla”

Paradossalmente quest’esperienza ha aiutato più noi. “Solo il fatto di conoscere nuove persone, con le quali abbiamo lavorato – aggiunge Lucrezia Macchia –  e vedere volti nuovi, mi ha fatto ritornare un po’ alla normalità”.

“Non credevo – dice Pietro Di Laudo – che in una situazione del genere mi sarei potuto sentire così tanto a mio agio. Non so spiegare bene perché, forse la consapevolezza dell’impegno che stavo mettendo io nel mio piccolo e tutti coloro che partecipavano. Sta di fatto che mi sono goduto tutta l’esperienza e, assurdo crederci, ma dopo 8 ore di volontariato, alla conclusione della giornata, mi sono meravigliato di quanto il tempo fosse passato velocemente”.

“Dopo questa esperienza – interviene Sara Bracalante – sono riuscita a vedere una realtà che prima di allora potevo solo immaginare e sono felice di aver dato un mio contributo”.

Forse è proprio questo il bello del volontariato, riuscire a sentirsi meglio con se stessi e fieri di aver investito il proprio tempo in qualcosa di più grande ed importante di noi.

di Martina Vicoli