Moda e ambiente. L’era sempreverde del second hand

Sempre più spesso si sente parlare di crisi ambientale e cambiamenti climatici. Una delle case di questa crisi  è il consumismo che prevale nella nostra società industrializzata.

Consumismo che, dal punto di vista psicologico, amplifica la sindrome del compratore nell’acquisto di beni materiali di cui non si ha un effettivo bisogno.

Una delle tendenze di mercato sorta nel 2019 riguarda l’acquisto di capi e accessori di pre-loved, scelta di acquisto che può far bene al futuro del pianeta.

Il New York Times ha dichiarato che il nuovo non è più sostenibile; perché ogni invenzione porta con sè un esercito di numeri negativi per l’ambiente che si presentano come una discarica affollata da tonnellate di vestiti e altri articoli, perché solitamente meno dell’1% dei materiali è riciclato.

Ma Alden Wicker, esperta di moda sostenibile ha raccontato che le stime e i numeri più diffusi sono infondati, e a causa dell’inaccuratezza di fonti influenti che puntano sul marketing, scoop e sensazioni, queste informazioni insussistenti si diffondono costantemente.

Con l’assenza di dati sicuri si invalida ogni sforzo per cambiare le cose in modo positivo e si rischia di mandare al vento gli investimenti di chi desidera ottimizzare l’industria.

Ma il pre-owned è uno dei tanti passi che i singoli possono compiere per sostenere un’economia circolare, concetto ancora alieno agli occhi del 70% dei consumatori ma che è stato introdotto nel mondo del fashion business per un futuro a favore della sostenibilità.

Tutto questo si può realizzare mantenendo in economia il maggior numero di articoli e indumenti nelle migliori condizioni, assicurando di introdurli nella biosfera in modo sicuro. Non solo acquistare ma anche rivendere capi e accessori garantendo una certa attenzione per una vita più duratura è importante, a partire dal modo in cui devono essere lavati, imparando a conoscere il momento in cui separarli dal proprio guardaroba per raccoglierne altri.

Già molti brand, grazie ai numeri esorbitanti di questo movimento, si sono dati da fare con iniziative  in questa direzione, perché affascinati da questo mercato, anche se alcuni critici dicono che è solo una strategia di greenwashing aziendale.

Inoltre, sostenendo questa campagna si risparmia sull’acquisto, garantendosi un bene limitato e non più riproponibile.

Oggi il second- hand è tutt’altro che fuori moda, anzi si avvicina più al concetto di lusso che a quello dell’usato e vuole attrarre a sé più persone per democratizzare il lusso e sensibilizzare sulla sostenibilità, spendere con consapevolezza e non solo per il piacere di farlo.

link:             https://www.ilsole24ore.com/art/moda-second-hand-e-boom-rivendite-grazie-instagram-e-sostenibilita-ACaDQRU?refresh_ce=1

https://www.vogue.it/moda/article/second-hand-economy-moda-comprare-usato

https://www.iodonna.it/moda/news/2019/06/06/moda-second-hand/

https://www.solomodasostenibile.it/2020/10/23/lultimo-trend-del-fashion-gli-abiti-usati/

Benedetta Lucini 3BCL