Olympe de Gouges: verso l’emancipazione delle donne

La Rivoluzione del 1789 è il momento della storia francese in cui il principio di una cittadinanza politica delle donne è stato rivendicato, discusso e infine respinto. La loro partecipazione ai movimenti rivoluzionari in vari modi obbliga gli uomini della Costituente e della Convenzione a provvedere, in senso negativo, sul ruolo delle donne nella vita politica della nazione e quindi l’assegnazione dei ruoli di genere. Tutto sarà giocato in quattro anni tra l’incontro degli Stati Generali e il decreto della Convenzione che proibisce alle donne di “partecipare a qualsiasi assemblea politica”. Se durante il periodo rivoluzionario le donne ricevono il titolo di “Cittadino”, non ottengono nessun diritto politico, compreso quello del voto.

La storia

Inizialmente la loro pratica politica è caratterizzata da una presenza regolare in assemblee rivoluzionarie, dalle riunioni di quartiere all’Assemblea nazionale o il Tribunale rivoluzionario. Seguono le discussioni con passione, senza esitare ad interrompere gli altoparlanti a voce alta. Gli oratori dovevano tener conto della loro presenza, a volte parlando con loro, chiedendo anche che venissero espulse quando esercitavano troppa pressione nei dibattiti. Questo fu il caso nel maggio 1793: i Girondini chiedono ben due volte che le donne vengano cacciate dagli spalti da cui sostengono vigorosamente i Montagnardi. Una serie di decreti repressivi sono poi presi contro le donne, vietando loro, tra le altre cose, l’ingresso negli spalti della Convenzione e più in generale il diritto di partecipare ad un’assemblea politica. In questo clima di tensione spicca una forte personalità, un essere umano che dimostra coraggio nel sostenere un’idea considerata attuale nei nostri giorni: Olympe De Gouges.

Marie Gouze, nome originario, nata da Anne Olympe Mouisset Gouze, sposò Pierre Gouze, un macellaio, alla sola età di 16 anni. Dopo essere diventata vedova e madre di un figlio, Marie cambiò il suo nome in Olympe de Gouges, si trasferì a Parigi e giurò di non sposarsi mai più. Si attivò in cause politiche e intraprese questioni sociali che andavano dal miglioramento della strada al divorzio, agli ospedali per la maternità ai diritti dei bambini orfani e delle madri non sposate; scrisse in modo prolifico in difesa delle sue idee. Nel 1791, mentre la Rivoluzione Francese  continuava, pubblicò l’opuscolo “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina” come risposta alla “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” che era stata adottata due anni prima dall’Assemblea nazionale, affermando, nel primo articolo, che “la donna nasce libera e mantiene parità di diritti con l’uomo. Le distinzioni sociali possono essere fondate unicamente sull’utilità comune”. Nel 1793 in uno dei suoi opuscoli si scontrò con i maggiori esponenti della Francia, affermando che ogni dipartimento francese aveva il diritto di scegliersi il tipo di governo che preferiva. Venne denunciata, arrestata e condannata a morte prima della pubblicazione dell’opuscolo.  Si diceva di lei che avesse “dimenticato le virtù che appartengono al suo sesso” e dopo molto tempo questa eccezionale donna divenne uno dei personaggi più enigmatici sia della Rivoluzione Francese che dei futuri movimenti femministi. Le sue importanti concezioni sono incredibilmente attuali e contingenti, nonostante vivesse in un periodo in cui la donna con tendenze intellettuali e politiche era considerata fastidiosa, intollerabile, inusuale. Per quanto riguarda il lavoro, sosteneva che le donne dovessero avere gli stessi incarichi degli uomini nelle amministrazioni pubbliche e nelle cariche politiche perché erano capaci di affrontare e fronteggiare qualsiasi cosa alla pari dell’uomo, non dovevano essere tenute nell’ignoranza.

Olympe De Gouges si scagliò contro quelle donne che continuavano a mantenere un carattere acquiescente, nonostante il genere femminile sia sempre stato costretto ad una certa condizione di vita, e sosteneva che dovessero farsi valere e combattere tutte assieme per avere una vita migliore, per conquistare quei diritti che avrebbero già dovuto avere. La pubblicazione della “Dichiarazione dei diritti delle donne e delle cittadine”, in cui la de Gouges sostiene l’emancipazione delle donne attraverso l’uguaglianza di genere, è una vera rivoluzione. Dedicato alla regina Maria Antonietta, la “prima delle donne”, impegna la Repubblica a considerare la donna come un vero cittadino. Purtroppo Olympe de Gouges aveva, come la filosofa e astronoma Ipazia di Alessandria del IV secolo, la colpa di avere una personalità al di fuori della norma, una testa troppo ben fatta per il suo tempo, di essere avanti di secoli.