La democrazia secondo Platone

Ormai siamo abituati a pensare alla democrazia come un tassello ovvio nella nostra vita, ed è per questo che si sta verificando l’effetto contrario della democrazia stessa. Molti cittadini si astengono dalla partecipazione al processo decisionale durante elezioni e referendum.

L’opinione di Platone riguardo la democrazia non è esattamente positiva, considera la democrazia come una forma di governo di per sé accettabile, ponendola tra “teatrocrazia” e “demagogia”. La prima consisterebbe in una tipologia di gestione del potere in cui è possibile che alcuni usurpino il ruolo a chi ha delle competenze in certi ambiti di specializzazione; la demagogia è invece un mondo che si genera a causa di abuso della libertà. Platone, tramite le sue riflessioni, mette in luce i rischi della democrazia, ovvero le forme di governo in cui potrebbe degenerare. Per il filosofo greco la democrazia potrebbe degenerare in anarchia, proprio perché dà valore a tutte le opinioni e non solo a quelle di coloro che hanno competenze. Secondo Platone questo avverrebbe perché nella democrazia la natura aporetica dell’arte di governare si manifesta nella maniera più evidente. Infatti, secondo Platone, la democrazia non è affatto un regime di temperanza ma è viceversa caratterizzato dalla contemporanea presenza degli eccessi.

E’ giusto specificare però che il pensiero platonico sulla democrazia è strettamente connesso al contesto socio-politico in cui viveva il filosofo e quindi ad alcune esperienze storiche che hanno riguardato la città di Atene dal V al IV secolo. Inoltre non si trattava di una democrazia per come la si intende oggi, erano infatti esclusi dal “demos” donne, stranieri e schiavi, il potere era solo nelle mani del popolo dedito al commercio e alle attività produttive.

Serena Trigona, III B