L’adolescenza – un bivio tra spensieratezza e disagi

L’adolescenza è il periodo della vita in cui ha luogo la transizione dall’età infantile all’età adulta, il momento in cui nella vita dell’indivudio, che va dagli 11 fino ai 19 anni nelle donne, e dai 12 fino ai 20 anni nei maschi, hanno luogo cambiamenti psico-fisici che di fatto stravolgono la vita della persona.
Sebbene l’adolescenza venga considerata un periodo di spensieratezza e divertimento, é in realtà una fase in cui si è particolarmente fragili e il rischio di incombere in problemi psichici è tutt’altro che trascurabile, secondo quanto dichiara l’Oms infatti, il 10-20% di bambini e adolescenti soffre di disturbi mentali.
I problemi psichici e sociali, che emergono da dinamiche familiari, scolastiche e sociali, sono di fatto più comuni durante la fase adolescenziale che in qualunque altro momento dell’età pre-adulta. Il giovane adolescente infatti rimane spesso preda delle pretese della società attuale, spesso inarraggiungibili per il giovane dati gli strumenti di cui dispone, per la giovane età. Sono infatti i messaggi spesso fuorvianti che i social media, la musica e i programmi televisivi trasmettono che concorrono a plasmare nella mentalità dei giovani uno stereotipo di esistenza che di fatto non può essere emulato. Questo porta il giovane alla ricerca di qualcosa di irraggiungibile e ciò, unito ad altre dinamiche emergenti soprattutto nel contesto scolastico costituisce terreno fertile per l’insorgere di psicosi adolescenziali.
In questo scenario sono proprio le famiglie il contesto in cui emergono solitamente le prime distorsioni comportamentali del govane, spesso i primi campanelli d’allarme, o meglio, i primi sintomi di un disturbo psichico sono la costante tristezza, frequenti pianti, perdita di interesse, ostilità e irascibilità (anche se in questi ultimi due casi si può essere semplicemente davanti ad un periodo fisiologico del ragazzo). È anche vero però, che l’adolescente è molto più mobile e independente rispetto al bambino, e pertanto spesso fuori dal controllo diretto degli adulti, sui quali grava l’onere di monitorare costantemente i comportamenti del giovane. Quando questi atteggiamenti diventano irregolari devono essere valutati da uno specialista psichiatrico, per far emergere l’eventuale presenza di un disturbo psicosociale.
Le preoccupanti statistiche pubblicate dall’Oms riflettono quindi quanto importante sia che i governi si impegnino nell’elaborazione di politiche di controllo e protezione dei giovani, soprattutto nelle scuole, favorendo l’integrazione tra compagni di scuola, istituendo meccanismi di allerta sintomi con il sostegno di specialisti e favorendo ulterioremente la diffusione di valori sani, alternativi a quelli che la società ci impone.

 

Serena Trigona, III B