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L’Italia della dolce vita Come nascono i luoghi comuni sull’Italia degli anni ’50

Nell’immaginario collettivo, l’Italia è associata a buon cibo, patrimonio artistico millenario, uno stile di vita mondano, incentrato sul rifiuto della frenesia in favore di ritmi lenti e naturali. Ma chi ha stabilito certi stereotipi?
Il nostro Paese è una meta turistica gettonata tra statunitensi, giapponesi, o gli stessi europei, desiderosi di vivere avventure emozionanti bevendo Espresso e girando le città in Vespa, come Audrey Hepburn e Gregory Peck nel film cult “Vacanze romane”. A partire dal secondo Dopoguerra il Bel Paese si afferma nello scenario internazionale, grazie al boom economico e la nascita del Made in Italy. Si diffonde l’idea per cui il marchio italiano è simbolo di qualità. Roma, Milano, Firenze, si riempiono di atelier specializzati nella produzione di abiti pregiati, ispirandosi ad uno stile bon-ton che attirò l’attenzione delle grandi icone femminili del cinema.
Il progresso finanziario porta inoltre ad uno sviluppo del consumismo: nelle case appaiono beni quali lavatrici, frigoriferi, televisori e automobili. Si assiste ad un miglioramento del tenore di vita e la conseguente diffusione in scala internazionale dell’italian lifestyle.
Negli anni ’50 Roma verrà definita la “Hollywood sul Tevere”. Sono gli anni di grandi produzioni cinematografiche, italiane e non, che scelgono come sfondo i nostri paesaggi, contribuendo alla crescita dei cliché. In particolare, il film di Federico Fellini “La dolce vita” ha lanciato l’idea per cui gli italiani hanno uno stile di vita ricco e lussuoso, fatto di eccessi come quelli rappresentati nel film. Il titolo diventa proprio il termine utilizzato per indicare i costumi nazionali dell’epoca. La capitale è piena di attori americani desiderosi di vivere una vita sregolata, all’insegna degli scandali riportati dai paparazzi nei giornali da salotto. La vita si svolge tra i locali di Via Veneto la sera e i bar di Piazza del Popolo durante il giorno.
Nei tavolini si alternano però celebrità e intellettuali come Alberto Moravia o Pier Paolo Pasolini.
Anche il Sud Italia faceva parte delle mete turistiche, in particolare, la costiera amalfitana. Positano, Sorrento, entrano a far parte del jet-set mondiale: si tratta di un termine coniato negli anni Cinquanta che indica l’abitudine dei personaggi famosi di viaggiare in jet privati recandosi in luoghi che appaiono esclusivi. Ancora oggi la “Divina Costiera” è frequentata da VIP. Tramite il modello di vita edonistico proposto negli anni Cinquanta, cioè un atteggiamento incline a piaceri e vizi, è nata l’idea della dolce vita italiana. Con essa, anche i cliché su noi abitanti.
Maria Vittoria D’Antonio, IV F