Graffiti sui muri e legalità

Graffiti sui muri: un tema discusso ampiamente e in modo approfondito da anni. Si sta diffondendo, infatti, il fenomeno della street art, letteralmente ‘arte di strada’: uomini e donne appassionati di arte disegnano e fanno graffiti sui muri delle città per esprimersi in un modo creativo e originale e poter esporre la propria arte e il proprio stile a tutti. 

Di fatto non è considerato legale imbrattare i muri se non consentito dal Comune stesso, ma è ricorrente il dibattito tra chi segue la legge e nega la bellezza di tali graffiti, e chi li ritiene originali e degni di attenzione e interesse. Talvolta la street art può dare messaggi negativi e di odio, ma allo stesso tempo ci sono spesso anche riferimenti storici e politici che trasmettono, quindi, una visione più realistica delle idee dei cittadini. 

Esemplare è il conflitto urbano nella città di Bologna, caratterizzata dalle scritte dei cosiddetti ‘writer’: “queste sono talmente tante e talmente simili che finiscono inevitabilmente per perdere la loro carica sovversiva…non hanno seguito tra la popolazione, se non un’esigua minoranza… insistendo in un’ostinazione insensata, ogni scritta va a foraggiare la campagna elettorale perpetua dei partiti di destra estrema, che possono contemporaneamente aizzare la popolazione contro i “vandali”, invocando un repulisti, e screditare l’amministrazione PD, aumentando, senza quasi nessuno sforzo, i consensi” così scrive il giornale Cantiere di Bologna (https://cantierebologna.com/2020/05/26/bologna-sfregiata-la-guerra-delle-scritte-sui-muri/) per spingere i writer a smettere di fare graffiti “privi di senso” ma a dedicarsi a graffiti che “meritano di esistere”, portando come esempio quello in via Castiglione che raffigura Michele Tosi, un professore morto in gita a seguito di un collasso respiratorio. 

In realtà fin dall’antichità il fenomeno dei disegni sui muri era diffuso, per esempio su quelli delle grotte: questo tipo di pittura è chiamato ‘rupestre’ e risale all’Età della Pietra. I soggetti raffigurati erano gli animali selvaggi come i buoi ei bisonti o spesso erano presenti anche impronte umane. L’arte rupestre del tempo è considerata un grande indizio per conoscere la cultura e le credenze dell’epoca. 

Un altro caso esemplare è la casa, scoperta recentemente a Pompei, nella quale sono presenti graffiti non solo interni ma anche esterni. Tra questi ultimi è presente uno nel quale viene offesa in maniera esplicita una ragazza, come è solito fare a questi tempi tra i giovani che si offendono tra di loro anche nei graffiti citati precedentemente e definiti “privi di senso”. 

Per concludere, quindi, fare graffiti è una forma d’arte personale, che, però, una volta esposta, deve essere rispettosa nei confronti di tutti e approvata dal Comune: graffiti che trasmettono un messaggio importante o ricordano persone significative per la nostra storia dovrebbero essere consentiti, ma, invece, quelli inappropriati o che offendono la dignità di qualcuno o qualcosa, dovrebbero essere cancellati o direttamente non fatti. 

 

Articolo di Sofia Bonavita, classe 2i

 

 

Fonte immagine https://dartema.com/2017/12/16/street-art-bologna-sette-pezzi-da-vedere-assolutamente/