• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Discriminazione: cosa è cambiato e cosa non è cambiato da ieri a oggi

Discriminazione: cosa è cambiato e cosa non è cambiato da ieri a oggi

Osservando le numerose vicende che hanno caratterizzato, cambiato e formato il mondo in cui oggi viviamo, si percepisce che la società è vittima di un male, forse, incurabile: la discriminazione. Il termine ‘vittima’, tuttavia, è improprio, in quanto essa si è plasmata da ciò che la costituisce, ovvero ogni singolo cittadino, ed essa stessa ha contribuito al suo sviluppo e ampliamento. Il termine discriminazione racchiude nel suo significato e nella sua manifestazione concreta nella realtà sociale una quantità innumerabile di movimenti e situazioni che hanno, volontariamente o involontariamente, diviso le persone, su base religiosa, economica e politica. Non si tratta, tuttavia, di una discrepanza di pensiero innocua, che non solo arricchisce il bagaglio culturale della storia dell’umanità, ma produce sviluppo e permette il confronto.

Ciò che la discriminazione produce è odio e repressione, dettati dall’ignoranza e dalla paura del prossimo. Essi, tuttavia, sono estremamente collegati l’uno con l’altro. L’ignoranza è il non-conoscere, che, come disse Epicuro, porta ad avere paura di ciò che ci è estraneo o, usando le sue parole, che non vediamo o percepiamo. Ciò che, ad esempio, aveva portato all’affermazione ufficiale di leggi razziali o alla diffusione di unità di pensiero discriminatorie, è proprio l’ignoranza, utilizzata meschinamente in strategie politiche per affermare il potere di una dittatura e di un singolo. Essendo, perciò, generata da questi fattori, indubbiamente la discriminazione e tutte le sue forme non solo possono essere diffuse, ma anche radicate. Nonostante il processo di sensibilizzazione, di empatia e il riconoscimento dell’importanza della libertà personale e di pensiero, che in passato non esistevano, oggi la discriminazione permane.

Il cambiamento degli aspetti e delle circostanze ,che ha coinvolto in questo senso maggiormente la società del mondo occidentale, ha contribuito alla valorizzazione di nuovi aspetti che, fino a poco tempo fa erano, a mio avviso, indubbiamente quasi del tutto trascurati, come l’orientamento sessuale o la forma del proprio corpo. Ciò, quindi, ha portato la discriminazione ad assumere ulteriori forme che, come le precedenti, hanno generato odio e divisione. Nel corso dei secoli essa è sempre sopravvissuta, perché alimentata di continuo dall’uomo stesso che, in qualunque epoca, si è trovato e ha costretto gli altri a rapportarsi con refrattarietà e repressione. Come ho specificato all’inizio, la società è impropriamente definita vittima della discriminazione, ma essendo la società medesima a produrla, assume anche il ruolo di carnefice di sé stessa. Si può quindi dire che la discriminazione è una caratteristica intrinseca della natura umana? O si può dire che è un male inestirpabile?

 

Di Lydia Ceglia, classe 2I

 

 

 

Fonte immagine https://williamsinstitute.law.ucla.edu/publications/employ-discrim-effect-lgbt-people/