Giornata del “Safer Internet Day 2021”

Il 19 Febbraio 2021 l’Istituto “Arangio Ruiz” di Augusta, insieme al Kiwanis e al dottor Francesco Cannavà, ha organizzato per il “Safer internet day 2021” una lezione sull’uso consapevole del web per le classi seconde.

Il Kiwanis è un’organizzazione mondiale, presente da quaranta anni ad Augusta, che aiuta i bambini di tutto il mondo a vivere in un contesto sociale che creda in loro, che sene prenda cura e che offra loro il sostegno necessario per crescere.

Il relatore, lo psicologo dottore Cannavà ha spiegato come la rete nel 2020, grazie alla pandemia, è diventata il principale sistema di comunicazione su tantissimi fronti che prima non usavamo, come whatsapp per i nonni, lo smart working, la DDI per gli studenti. In Italia dagli ultimi studi del 2020 si è scoperto che un ragazzo su 5 è connesso h24 e di conseguenza entra pian piano in un sistema che solo apparentemente ha delle caratteristiche umane, 3 ragazzi su 5 sono connessi alla rete 8 ore al giorno. La rete ci toglie i rapporti umani, ci dà una distanza non tangibile e non è multisensoriale.

Il dottor Cannavà paragona un ragazzo che utilizza un telefonino o un computer a chi conduce una bicicletta. Il touch screen è il manubrio che ci porta all’ingresso di una strada, internet è l’autostrada; sull’autostrada di internet camminano tantissime informazioni fruibili (camion) e noi prendiamo tutto quello che ci serve. È importante imparare che tra queste informazioni ci potrebbero essere informazioni buone che possiamo usare per crescere, studiare, migliorare, ma anche informazioni ingannevoli che ci fanno prendere l’informazione per buona ma, se viene condivisa con gli amici- follower non verificata, fa divulgare un’informazione falsa e, a volte, pericolosa. Durante questo giro in bici si può incontrare anche il nostro gruppo di amici, ad esempio in un gruppo whatsapp, e se uno di loro va contro un’altra persona può creare danni; inoltre più persone ci sono in questo gruppo più l’impatto su quella persona è devastante. Questo è cyberbullismo.

La rete inoltre ci toglie la distanza reale. In rete si possono incontrare ladri d’identità: fenomeni definiti phishing o grooming. Il primo è il fenomeno attraverso cui i ladri tramite un’attività allettante in rete, come un’offerta promozionale o un’applicazione gratuita, si prendono i nostri dati che venderanno ad altre aziende o li utilizzeranno per scopi criminali; il grooming è l’adescamento di ragazzi e ragazze a scopo sessuale tramite falsi profili che sono studiati per essere simili anche a te: si mostrano disponibili, simpatici e con le stesse occupazioni. Dietro c’è un adescatore che furbamente sa cosa ho scritto sul mio profilo e tramite quelle piccole informazioni entrano in confidenza con noi, conquistano la nostra fiducia e la nostra intimità. Questo è il momento in cui si è agganciati, avendo dato prova della nostra fiducia e intimità (sexing). Il ladro condivide tali informazioni, foto, video con i suoi amici sul web. Il sex extorcism invece è il ricatto per non divulgare le nostre informazioni, foto.

Un altro fenomeno negativo nella rete è quello delle challenge. Le challenge in rete a volte aiutano le campagne sociali benefiche, ma altre volte sconfinano in situazioni anomale. Blue whale è un esempio di challenge: il curatore è una persona sadica con disturbi psichici che si nutre delle sue capacità di indurre le persone a farsi del male; Momo è un’ altra Challenge: una persona che spacciandosi per un amico, ti sfida a fare delle cose contro te stesso; Jonathan Galindo è un gioco che ti sfida a fare delle Challenge che ti portano a strafare; Rail Challenge è una challenge in cui si viene filmati mentre si salta sui binari prima che passi il treno e si posta la sfida su un gruppo social; la Skull-breaker challenge è il fare lo sgambetto al compagno, filmarlo e condividerlo per scherzare. Quando si entra in queste challenge lo si fa per dimostrare il proprio coraggio, per mostrare di non essere diversi, e ci porta a delle situazioni che ci sfuggono di mano. Un’ altra challenge è la Blackout: dai social si può essere portati a situazioni di pericolo in casa, quindi nel nostro posto più sicuro (ad esempio sfida a stringere una cintura al collo fino a soffocare nella propria cameretta). Lo stalker è colui che con un falso profilo ci segue in rete, ci chiama continuamente e ci molesta. Con la clonazione del profilo si crea una pagina con la nostra identità che da quel momento chiunque può attaccare, compiendo una serie di crimini e reati. Troppe informazioni sul nostro profilo fanno sì che chiunque possa trasformarsi in noi e usarlo per i suoi scopi criminali. Questi reati sono punibili per legge. Se si ha un problema con la rete ci si deve rivolgere alla polizia postale o a un referente per il cyberbullismo che è presente a scuola.

In conclusione, il telefonino è come una scatola magica che attira il nostro cervello: con un tocco ci fa avere tutto senza pensare, ma ci può far pagare. La vita invece va vissuta dal vivo con persone fisiche e non attraverso uno schermo: è questo quello che il dottor Cannavà ci ha voluto trasmettere con la sua lezione.

MARCO BARBA 2QL