Intervista: come è cambiato il mondo?

Intervista a Roberto Aprile, un uomo di mezza età:

Gli usi e i costumi sono cambiati molto nel corso degli anni, lei crede ci sia stato un miglioramento o una regressione?

La risposta rischia di essere terribilmente lunga e complessa, volendo sintetizzare, ben consapevole di correre il rischio di scadere nel banale, credo che dipenda dai punti di vista: per molti versi, evidentemente, c’è stato un enorme miglioramento. Basti pensare ai traguardi raggiunti a livello di parità di genere e di accettazione di quelle che un tempo venivano definite “ differenze”, quello che oggi è assolutamente naturale (non dico “normale” perché limitativo) quando ero giovane io era considerato, in taluni casi, addirittura scandaloso. Si pensi ai progressi fatti nella ricerca e nella medicina negli ultimi 30 anni, si è aperto un mondo, agli enormi risultati raggiunti in termini di mobilità globale e di quanto facile sia, oggi rispetto a prima, viaggiare per il mondo e raggiungere mete un tempo impensabili, se non addirittura sconosciute. Si pensi all’istruzione, che un tempo non era certamente appannaggio di tutti… Non ultimo si consideri l’influenza della rapidità della comunicazione nei costumi, immaginare un mondo senza smart-phone, oggi, sembrerebbe preistoria… Se non è miglioramento questo!

È altrettanto vero, però, per certi versi, che il cambiamento di usi e costumi ha rappresentato una regressione: ai progressi cui facevamo cenno poc’anzi non è corrisposto un miglioramento della qualità dei singoli, un esempio su tutti, me lo conceda, sta nel decadimento dei valori e della morale. Mai come oggi, a tutti i livelli, ogni azione è volta al tornaconto personale, spesso anche in maniera sfrontata; l’etica e la professionalità sono diventata merce rara e non ci sono modelli da seguire… ai miei tempi, ad esempio, chi si avvicinava alla politica aveva ben chiaro un ideale ma soprattutto aveva a cuore la cosa pubblica, oggi siamo amministrati da persone che antepongono gli interessi personali al dovere e, mi conceda anche questo, non parlano correttamente neppure l’italiano…

 

Crede che sarebbe riuscito a vivere la sua adolescenza in un mondo sviluppato e nuovo come quello d’oggi?

Certamente si, non per mie peculiarità ma perché in linea di massima l’uomo, e ancor più i giovani, si adattano alle situazioni al contorno. Se fossi nato in questi anni, ritengo che mi sarei integrato, come ognuno di Voi, perfettamente. Allo stesso modo ho la certezza che, rispetto alla mia adolescenza, mi sarebbero mancati, come credo mancherebbero a molti miei coetanei, i valori, gli ideali ma soprattutto gli esempi. Mia cara Voi, oggi, che esempi avete da seguire e quali ideali?? Professionisti corrotti, industriali sleali, imprenditori che evadono il fisco, calciatori multimiliardari e artisti che calcano le scene per un anno e mezzo o due… Beh, da questo punto di vista noi avevamo l’imbarazzo della scelta…

 

Secondo lei, la tecnologia sarebbe potuta essere un plus per la sua generazione, o crede che avrebbe modificato lo scenario tipico dell’epoca?

Certamente il livello tecnologico raggiunto al giorno d’oggi, sarebbe stato enormemente impattante nella società dell’epoca che non era strutturata per sostenerlo; con altrettanta certezza le dico che avrebbe modificato sostanzialmente lo scenario tipico di quegli anni. Mi riferisco specificatamente alla comunicazione: immagini Lei cosa avrebbe potuto significare “ internet” in un quotidiano dove la massima espressione della comunicazione era rappresentata dalle riviste patinate e dalle reclame di Carosello, oltre che da 3 telegiornali al dì su due canali (RAI 1 e RAI 2). Lei piuttosto lo sa che cos’è la “reclame”? Non si dimentichi che io appartengo alla generazione di Postalmarket, di “Oggi le comiche” e dei punti Miralanza…

 

Cosa si sente di consigliare ad un adolescente della società odierna?

Vorrei rispondere con pochi consigli, ma anche con qualche raccomandazione. Consiglierei soprattutto di alimentare il fuoco della curiosità. Trovo sia vincente la fame a cui alludeva Steve Jobs nella sua epica frase. Allargare gli orizzonti e essere aperti alle novità, in tutti i sensi. Consiglierei di avere il coraggio di osare, dando libero sfogo alle emozioni, ai sentimenti e alle idee, anche le più audaci. Consiglierei di prepararsi, attraverso le enormi opportunità che offre lo studio, alla aspra competizione che li aspetterà nel mondo del lavoro, assolutamente senza perdere di vista le enormi (oserei dire infinite) opportunità che il progresso offre loro. Non so se i giovani si rendano conto delle effettive potenzialità del progresso tecnologico, ma personalmente ritengo che il modo virtuale e la velocità della comunicazione rappresentino un’autostrada a 64 corsie che passa sulle nostre teste mente viaggiamo su una strada provinciale. Si tratta di salire di livello. Raccomanderei di essere caritatevoli e giusti verso il prossimo, di impegnarsi nel sociale e di interessarsi fattivamente alla cosa pubblica (che non vuol dire politica) perché solo loro sono davvero in grado, modificando i costumi, ma soprattutto le coscienze, di fare di nuovo grande il nostro Paese. Raccomanderei inoltre di avere a cuore il Pianeta e di operare quanto più possibile scelte sostenibili e solidali.

Rebecca Aprile