Jago, la scultura torna a vivere

Quando si nomina “il nuovo Michelangelo” si sta in realtà parlando di Jacopo Cardillo. Jacopo, in arte Jago, classe ’87, è un’artista scultore e produttore video italiano nato a Frosinone che si divide poi, per lavoro, tra Italia, USA e Cina. E’ proprio a Napoli che l’artista, nel 2020, insedia il suo laboratorio nella chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi. Ha solo 33 anni, tuttavia sulle spalle porta diversi riconoscimenti tra cui la “Croce Pro Benemerenti”, importante onorificenza della Santa Sede, e l’investitura a “Mastro della pietra 2017” a Verona.

Cardillo interrompe gli studi all’Accademia di Belle Arti quando un professore si dichiara contrario alla sua partecipazione alla 54esima edizione della Biennale di Venezia, invitato da Sgarbi. Il suo abbandono non nuocerà affatto alla sua carriera in quanto verrà poi chiamato a produrre, per la Chiesa, un ritratto scultoreo di papa Ratzinger, che gli vale l’onorificenza sopra citata. Per questo, quando nel 2013 si dimette il Pontefice, crea scalpore il gesto di Jago che decide di spogliare letteralmente la statua, rimettendo mano sulla sua opera, togliendogli le vesti papali e donandogli delle sembianze più umane, segnalate dalla pelle magistralmente scolpita, dalle vene e dagli occhi, mancanti nella prima versione.

Jago diventa famoso e conosciuto grazie anche all’utilizzo dei social media che secondo lo scultore sono un mezzo valido e utile per permettere alla sua arte di viaggiare ovunque. Tiene informati e partecipi gli spettatori con post e dirette sulle varie piattaforme social, rispondendo anche ai fan. Insieme alle sue opere, Jacopo, decide però di non esprimere a parole il messaggio che esprimono invece le sculture, lasciando la libera interpretazione agli spettatori, in quanto secondo l’artista, ognuno è libero di poter vedere quello che vuole. E’ proprio sui social che le persone posso scoprire ed apprezzare opere che non hanno la possibilità di esplorare dal vivo, come ad esempio la “Venere”. Della scultura Jago commenta “se una donna è venere, è venere sempre” lasciando il resto delle analisi alla curiosità di chi la guarda.

Ma Jago si riconosce nel nuovo appellativo affibbiatogli da internet come nuovo Michelangelo? A suo dire ogni persona dovrebbe avere un punto di riferimento ma non per poterlo eguagliare, bensì per poterlo superare.

Cristina Bizzarri