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Intelligenza artificiale applicata alla medicina: a che punto siamo?

L’intelligenza artificiale è la materia che studia il modo di creare modelli di comportamento intelligenti sui quali il computer basa azioni automatizzate, caratterizzati da algoritmi in grado di auto apprendere e di perfezionarsi nel tempo. Quest’ultima si è molto sviluppata negli ultimi anni e in diverse parti del mondo, sapendo che il suo utilizzo può essere vario e utile in diversi campi. In particolare per il campo della medicina si cercano di ottenere delle macchine che permettano interventi più immediati e più sicuri, oltre alla possibilità di concedere ai dottori più tempo da poter dedicare ai pazienti.

Ma allora perché non è già presente in tutti gli ospedali? Nonostante i numerosi vantaggi, i rischi che si possono correre sono altrettanto numerosi e pericolosi. Alcuni di questi possono essere la loro affidabilità, la grande condivisione dei dati personali, il problema della responsabilità in caso di un loro errore e l’opacità dell’algoritmo, ovvero il rischio che l’algoritmo, imparando da solo, inizi a fare distinzioni tra i pazienti, distinzione che può comportare un diverso trattamento da persona a persona. Nonostante ciò, le applicazioni sono varie, anche se ancora agli inizi.
DeepMind Health è un sistema di intelligenza artificiale, sviluppato a Londra, in grado di processare milioni di informazioni mediche in pochi minuti, velocizzando così i processi sanitari di natura clinica, come l’archiviazione delle cartelle, o diagnostica.
Watson è invece un sistema in grado di rispondere a domande espresse in un linguaggio naturale, come quello comunemente parlato. Questa macchina riesce ad anticipare di circa due anni le diagnosi di insufficienza cardiaca rispetto ai metodi tradizionali basandosi su dati raccolti da altre cartelle cliniche. La sua prima applicazione avviene al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, dove ha il compito della gestione delle decisioni nel trattamento del cancro ai polmoni.
In Corea del Sud sono state create delle lenti a contatto intelligenti, in grado di misurare il livello di zucchero presente nel sangue dalla semplice analisi delle lacrime.
É stato inoltre dimostrato da uno studio della Stanford University che un algoritmo, sulla base di poche informazioni sulla struttura chimica del farmaco, è in grado di formulare predizioni sulla tossicità e instabilità di quest’ultimo, permettendo l’accelerazione dei tempi di sintetizzazione dei farmaci e la possibilità di predirne prima i vari effetti collaterali.
Un altro algoritmo è invece in grado di analizzare delle foto dell’epidermide scattate da un semplice smartphone e da queste riuscire a diagnosticare diversi tipi di cancro alla pelle con un'accuratezza pari a quella dei migliori dermatologi.
Un importante ruolo hanno avuto per la creazione dei vaccini del Covid-19 in questo 2020.
Ma la ricerca non si ferma qui. Sono numerosi, infatti, i vari concorsi aperti, come quello della compagnia Intel della California, con lo scopo di creare sistemi di intelligenza artificiale in grado di diagnosticare tumori al polmone e di seguirne la crescita. Altri progetti sono invece sulla creazione di sistemi in grado di analizzare dati genetici e capire ciò che permette al paziente di essere in buona salute.
Queste ricerche vanno avanti nella speranza che un giorno possano migliorare il settore sanitario ed essere di comune uso, nonostante la figura del medico che non deve e non può mai essere rimpiazzata.

Sofia Bruno 5D s.a. Liceo Enrico Boggio Lera