Urban Legends 101: l’autostoppista fantasma

Una leggenda metropolitana tra le più diffuse è quella dell’autostoppista fantasma, meglio conosciuta come Vanishing Hitchhiker. Nella variante più comune, tratta di una persona che, viaggiando in automobile di notte, lungo una strada deserta, vede qualcuno che fa l’autostop. Si ferma e fa salire in auto l’autostoppista che si fa lasciare in un luogo strano, una villa isolata oppure un cimitero. Il giorno seguente, il conducente torna sul posto e scopre che la villa è disabitata da anni o che la persona della sera prima è morta ed è sepolta proprio in quel cimitero. Si tratta di un vecchio tema diffuso praticamente in tutto il mondo.

Una delle prime testimonianze scritte è il racconto della Sposa di Anfipoli, contenuto nel Libro delle Meraviglie scritto nel II secolo d.C. Un uomo viene ospitato da una famiglia per una notte e riceve la visita di una ragazza bellissima. Dopo alcune ore d’amore, lei gli lascia in pegno la sua fascia pettorale. L’indomani, l’uomo scopre che la sua amante notturna altri non era che la figlia dei padroni di casa, morta qualche tempo prima.

I primi studi

Il primo studio sistematico dell’autostoppista fantasma fu intrapreso nel 1942-1943 dagli studiosi di folclore Richard Beardsley e Rosalie Hankey. I due raccolsero in tutti gli Stati Uniti 79 resoconti scritti di incontri con autostoppisti fantasma, individuando quattro versioni diverse:

– storie in cui l’autostoppista dà un indirizzo dove intende andare. L’indomani l’automobilista viene a sapere di aver dato un passaggio a un fantasma;

-storie in cui l’autostoppista è una vecchia che profetizza un disastro e le successive indagini rivelano che è deceduta;

-storie in cui una ragazza viene incontrata in un luogo di intrattenimento. Lascia qualche segno (spesso il cappotto o il giubbotto preso in prestito dall’automobilista) sulla sua tomba a conferma dell’esperienza e della sua identità;

-storie in cui l’autostoppista viene successivamente identificato come una divinità locale (ad esempio la dea Pele delle Hawaii), oppure un santo.

La leggenda in Italia

Malgrado la leggenda metropolitana dell’autostoppista fantasma sia più tipica nel mondo anglosassone, non mancano gli esempi nostrani. Nel febbraio 1977, ad esempio, due giovani del milanese riferirono di aver dato un passaggio a una donna anziana e infreddolita. Fatta accomodare in auto la vecchina sospirò e disse: Evitate Milano la sera del 27. Ci sarà un terribile terremoto che distruggerà mezza città”. I due giovani si girarono a guardarla e videro che la donna non c’era più. Inutile dire, ovviamente, che non avvenne nessun cataclisma. 

Come pure in un’altra apparizione del gennaio 1981 a Napoli. In questo caso una vecchia chiedeva un passaggio e nel viaggio invitava a non piangere per il 23 novembre successivo (anniversario del disastroso sisma dell’Irpinia) perché stava per accadere un prossimo cataclisma ben peggiore, un maremoto o un’eruzione. Subito dopo chiese di scendere e fece perdere le sue tracce.

Antica foto di vico Librai

La Vecchina di vico Librai

Una variante della storia base particolarmente conosciuta sul territorio ligure (specialmente a Genova) è quella della Vecchina di vico Librai. Ogni cinque anni, nel periodo tra Natale e Capodanno, una misteriosa vecchina fermerebbe i passanti nel centro storico della città per chiedere loro, in stretto dialetto genovese, come raggiungere “vico Librai”. I passanti, anche controllando le mappe, non sanno cosa dirle. Vico Librai faceva infatti parte della zona detta di via Madre di Dio che subì pesanti bombardamenti durante l’ultima guerra. Alla fine degli anni ’60 fu definitivamente demolita per costruire un nuovo complesso edilizio. L’incontro con la vecchina avviene generalmente durante una giornata di neve. Nel 1994, addirittura, sarebbe entrata in un bar chiedendo un bicchiere di latte, lasciando sul bancone un vecchio borsellino contenente un’immagine sacra, una chiave e qualche moneta degli anni ’40.

C’è da chiedersi perché queste storie così improbabili continuino ad affascinare anche al giorno d’oggi.  Il successo di questa leggenda metropolitana, come pure di tutte le altre, è da ritrovarsi nella semplicità della narrazione e nel fatto che si svolgono in situazioni (la strada, il bar) di ogni giorno. Si recuperano, inoltre, i racconti di paura che un tempo la gente narrava attorno al fuoco. Oggi questi racconti si trasmettono sui social, ma il meccanismo di base rimane lo stesso.

di Di Nicola Lorenzo